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Occupazione delle scuole: le prime risalgono al 1966, nelle università; alle superiori inziarono a Milano (Parini e Berchet) e a Roma (Mamiani)

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E’ difficile trovare una ragione valida, ma resta il fatto che con l’arrivo dell’inverno si moltiplicano anche le occupazioni delle scuole.
Quest’anno è andata così, con alcune decine di scuole “superiori” occupate a partire dal mese di novembre, ma anche in passato questa regola è sempre stata rispettata anche se, per la verità, in più di mezzo secolo, sono cambiati i luoghi.

Alla fine degli anni ’60 le prime occupazioni avvennero nelle università. Quella più nota risale al 27 novembre del 1967 quando a Torino venne occupato Palazzo Campana, sede delle facoltà umanistiche.
Nei giorni successivi una troupe della Rai entrò nelle aule occupate per realizzare un reportage che documentava quanto stava avvenendo.
Nel febbraio dell’anno successivo (siamo quindi nel 1968) a Roma viene occupata la facoltà di architettura, il 1° marzo si registrano scontri violentissimi fra studenti del movimento studentesco (fra i partecipanti si ricordano il cantautore Paolo Pietrangeli, Ernesto Galli della Loggia oltre che i futuri giornalisti Paolo Liguori e Giuliano Ferrara) e quelli di destra che al termine occupano la facoltà di Legge.
La giornata passa alla storia come quella della “battaglia di Valle Giulia” con centinaia di feriti sia fra gli studenti sia fra le forze delle ordine.
Per la verità già due anni prima nel gennaio del 1966, a Trento, era stata occupata la Facoltà di Sociologia; vi presero parte fra gli altri Renato Curcio e Mara Cagol (futuri capi delle Brigate Rosse) insieme con Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani, futuri leader di Lotta Continua.

Nelle prime settimane del 1968 il clima si fa molto caldo anche nelle scuole superiori: secondo la ricostruzione di Monica Galfré (La scuola è il nostro Vietnam. Il ’68 e l’istruzione secondaria italiana) nel mese di gennaio avviene a Milano la prima occupazione, presso il liceo Berchet, qualche tempo dopo lo stesso avviene al Parini e successivamente al Mamiani di Roma.
A latere va ricordato che nel febbraio 1966 il Parini di Milano era assurto alle cronache nazionali a seguito di una inchiesta sulla sessualità degli studenti della scuola pubblicata sul giornale studentesco “La zanzara”. La Milano perbenista sollevarono il caso di cui si occupò persino la magistratura. Tre redattori vennero processati per pubblicazione oscena e corruzione di minori. Il tribunale li assolse: fu solo una avvisaglia, ma fece capire a tanti che il clima stava cambiando e che si stava entrando in una nuova fase storica.