Prosegue l’ondata di occupazioni nelle scuole italiane. Ad essere in agitazione, da mercoledì 19 aprile, è stato anche l’Educandato Setti Carraro dalla Chiesa (liceo classico, linguistico e internazionale) di Milano, come riporta Il Corriere della Sera.
Qui, però, non c’è stato alcun accordo tra gli studenti e la presidenza, così come avvenuto a Milano, al liceo linguistico Manzoni, dove si è arrivati ad un patto sottoscritto dalla dirigente scolastica. All’avvio della protesta, il dirigente Giorgio Ragusa aveva avvisato, come di norma, la Digos e gli agenti si erano recati a scuola. Al termine delle trattative, gli occupanti erano rimasti nella zona delle aule del biennio, situate al piano terra. Al primo piano, da giovedì, sono ricominciate le lezioni per gli alunni che non aderivano all’occupazione (la maggioranza, secondo il dirigente).
Nella notte fra mercoledì e giovedì, gli occupanti hanno bloccato l’entrata con catene e con pile di banchi. Un professore, usando una tronchese, ha deciso di interrompere l’occupazione rompendo le catene e permettendo ad alunni e colleghi di entrare. “Bloccare le porte è stato un atto increscioso e potenzialmente anche rischioso, perché chiudendo quelle porte le convittrici, che stanno al secondo piano, avrebbero avuto a disposizione solo un’uscita di sicurezza invece di due”, spiega il dirigente Giorgio Ragusa. “Abbiamo forzato il blocco per garantire il diritto allo studio alla stragrande maggioranza degli studenti, che non aderisce all’occupazione. E oggi sono in classe a fare lezione anche parte degli occupanti, segno che non tutti condividevano questo gesto sbagliato”.
Nei giorni scorsi, il collettivo aveva diffuso un documento che criticava aspramente il sistema scolastico italiano, simile a quello scritto da altri studenti in protesta. “Siamo stanchi di soffrire per una scuola che ci si dice ogni giorno di più, che ci richiede di inghiottire informazioni senza lasciarci riflettere, ragionare a prendere interezza del concetto. Lo scopo dell’istituzione deve essere una società come cittadini consapevoli e capaci di avere un pensiero critico su ciò che accade attorno a noi. La meritocrazia nell’ambito scolastico, profondamente sostenuta dal nostro governo, ci prepara alla società performante di cui siamo figli e vittime. È giunto anche per noi il momento di ribellarci a questo futuro scritto da chi non ci conosce”, hanno scritto gli alunni.
Si tratta di parole simili quelle scritte nero su bianco da molti altri ragazzi, dal liceo Manzoni, al Berchet, al Bassi.
Il dirigente scolastico, però, nega qualsiasi proposta di incontro avanzata dagli studenti: “A noi non è arrivata nessuna richiesta di incontro. Se vogliono portare proposte nell’ambito dell’organizzazione scolastica e sul carico di studio, come è avvenuto in altri licei, siamo sempre aperti al dialogo, ma per ora non abbiamo ricevuto richieste”, ha detto.
Ecco come si vogliono punire gli studenti in protesta: “Il collegio docenti, a seguito del gesto inaccettabile dell’interruzione delle lezioni, è intenzionato a revocare tutte le gite. I docenti dicono che i ragazzi non apprezzano ciò che viene proposto loro”.
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