La didattica distanza durante un’occupazione studentesca? Ad essere d’accordo sono in tanti, dato che il Covid ha già fatto perdere molti giorni di lezione e nei confronti degli studenti molti adulti cercano il dialogo.
Tra i sostenitori della DaD durante l’occupazione anche il presidente dell’Ordine degli psicologi, David Lazzari, che raccomanda: no a inconcludenti ritorsioni e no anche alla corsa al recupero, sono strategie inutili e controproducenti. L’autunno caldo di occupazioni studentesche “è l’onda lunga di un grido d’allarme. A me non stupisce ciò che sta accadendo. Il malessere psicologico dei nostri ragazzi si è accumulato e non è stato adeguatamente visto e compreso”.
Nella scuola della post pandemia, insomma, troverebbe spazio anche la didattica a distanza nell’ambito delle occupazioni studentesche.
Tuttavia “bisogna capire lo spirito – continua ancora Lazzari -, se si ricorre alla DaD per incrementare il dialogo e i rapporti con i ragazzi, bene; se lo si fa per arginare il senso delle proteste, allora non va bene”.
E in tema di malessere giovanile Lazzari ricorda anche che “una delle richieste dei ragazzi era la consulenza psicologica nel mondo della scuola, non a fine curativi ma di prevenzione ed ascolto. Ma è stato fatto poco. La pandemia deve dunque insegnarci a fare meglio perché il coperchio può alzarsi in modi diversi”.
Di monito sia “il ricorso alla richiesta di aiuto psicologico che tra gli adulti si assesta intorno al 40%, mentre tra i giovani – rileva – ha superato il 60 per cento”.
Su questo tema, ricordiamo anche che nell’ambito della scuola d’estate, uno degli interventi suggeriti dal ministero dell’Istruzione per la fase di rientro in classe di settembre era proprio l’attivazione di uno sportello di ascolto a carattere psicologico, ma si tratta pur sempre di azioni non strutturali, bensì una tantum.
La necessità dello psicologo a scuola è fortemente rimarcata anche dagli esiti di un sondaggio condotto da ScuolaZoo, che rileva quanto segue: più di 9 studenti su 10 sono favorevoli allo psicologo fisso a scuola, ma vorrebbero che fossero rivisti il numero e la distribuzione delle ore destinate a questi incontri. Al momento, infatti – leggiamo nel comunicato di ScuolaZoo – le occasioni per parlare con lo psicologo sono poche e spesso concentrate al mattino, in parallelo con le ore di lezione. Secondo il 59% dei rispondenti al sondaggio, ciò porta gli studenti a provare imbarazzo e paura di essere giudicati dagli altri compagni di classe o dai professori.
Ricordiamo, peraltro, che l’ipotesi dello psicologo scuola potrebbe riguardare anche la classe docente, come richiesto anche dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che di recente ha dichiarato: “Ci vuole lo psicologo nelle scuole, all’interno della comunità educante come parte strutturale che segua i nostri ragazzi e i nostri insegnanti”.
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