Le scuole di Roma sono in agitazione, non solo sul fronte del personale scolastico (prenderai parte allo sciopero di dicembre? PARTECIPA AL SONDAGGIO) ma anche su quello degli studenti. Le occupazioni fioccano come la neve nell’imminente Natale.
Dall’Archimede al Colonna, sono già cinque le scuole occupate oggi 23 novembre da oltre duemila ragazzi.
“Noi studenti e studentesse del liceo Aristofane, del liceo Nomentano, del liceo Orazio e dell’I.I.S. Pacinotti-Archimede – si alza la voce dei ragazzi -abbiamo deciso di occupare le nostre scuole per contestare la gestione dell’istruzione pubblica italiana degli ultimi anni e per proporre una scuola a misura di studente, aperta, sicura, accessibile ed inclusiva, che sappia ascoltarci, formarci e supportarci.”. Lo hanno sottolineato in un comunicato. E ancora: “Abbiamo il diritto ed il dovere di avere un ruolo nel dibattito pubblico in qualità di studenti e studentesse e futuro di questo paese”.
Quello dell’inclusività peraltro è un tema di cui si continua a parlare anche alla luce dell’iniziativa del liceo Cavour di Torino di cui abbiamo riferito ieri, dove il dirigente scolastico ha scelto di adottare l’asterisco nelle comunicazioni ufficiali proprio per ragioni di inclusione di genere.
Mentre dalla Rete degli studenti medi hanno commentato: “Lo avevamo detto: non ci saremmo fermati dopo aver portato 150mila studenti e studentesse nelle piazze il 19. A loro va tutto il nostro supporto: serve dare segnali forti ad un Ministero sordo e ad un Governo che pare non interessarsi delle questioni che ci riguardano. La scuola va cambiata e va fatto ora”.
Le reazioni
Ma non sempre dirigenti e studenti condividono il fronte della battaglia. L’associazione nazionale dei presidi (l’Anp di Antonello Giannelli) giudica le occupazioni “inaccettabili” per questioni di tempismo, laddove molte scuole sono già in DaD e ad aggravare il learning loss (la perdita degli apprendimenti) non ci vuole molto.
Così Antonello Giannelli: “Abbiamo avuto movimenti di famiglie e studenti che chiedevano di tornare in presenza e non perdere altri giorni di lezioni, e ora facciamo, con le occupazioni, quello che il Covid non ha fatto, oltretutto senza Dad”.
La politica tuttavia sembra comprendere le ragioni dei ragazzi e stare dalla loro parte. L’assessora alla Cultura del Campidoglio, Claudia Pratelli, ha annunciato: “E’ mia intenzione raccogliere la voce delle studentesse e degli studenti, tra i soggetti che hanno pagato più duramente il prezzo di questi anni di pandemia”.
Il deputato del Pd Matteo Orfini: “Di fronte a una generazione che reagisce così a uno dei momenti più complicati della nostra storia, penso non si possa che ascoltare e cercare il confronto – ha scritto in un post – . La larga parte delle cose che hanno scritto gli studenti sono condivisibili e indicano un problema grande come una casa. Che va affrontato insieme”.