Cinque alunni del liceo di Bologna che qualche settimana fa hanno occupato la loro scuola, identificati come portavoce e leader dell’occupazione, hanno ricevuto una sanzione dai consigli di classe. Gli studenti dovranno svolgere due giorni di lavori socialmente utili all’Antoniano, insegnando italiano ai bambini stranieri, e avranno quattro giorni di sospensione con obbligo di frequenza. Lo riporta La Repubblica.
La protesta ha causato danni significativi, stimati in 19mila euro tra attrezzature sottratte e danni a infissi e finestre. Tuttavia, i cinque studenti puniti non sono direttamente responsabili di tali danni; la loro “colpa” è stata quella di aver condotto le trattative con il preside.
In risposta alla sanzione, circa 1300 persone, tra studenti, genitori, un professore e vari esterni, hanno firmato una petizione chiedendo al dirigente di riconsiderare la decisione. Inoltre, il 22 maggio, durante i consigli di classe, circa un centinaio di persone si sono radunate fuori dalla scuola con uno striscione che recitava “Punire diverso da educare – Non abbasseremo la voce”.
I ragazzi non ci stanno. “Cinque studenti e studentesse etichettati come unici responsabili dell’occupazione sono stati convocati per dei consigli di classe straordinari col fine di decidere delle loro sanzioni disciplinari, con possibile sospensione. Questa decisione senza precedenti è ingiusta e illiberale, perché mira a punire pochi studenti per lanciare un messaggio repressivo» si legge nel comunicato distribuito giovedì mattina, dal titolo “Punirne 5 per rieducarne 1000?!”.
“È un titolo un po’ forte – spiegano alcuni membri del collettivo – Ma non è giusto che ci vadano in mezzo solo loro. Non sono stati gli unici a trattare col preside e tutte le decisioni sono state prese in assemblea. In cinque non si occupa una scuola». Per questo si sono mobilitati per chiedere alla dirigenza e ai consigli di classe convocati per la prossima settimana di ripensarci. «Anche alcuni genitori sono d’accordo e un nostro professore ha già firmato”.
La novità non sta tanto nella sanzione in sé quanto nel fatto che siano stati puniti i leader. Il preside aveva avvertito fin dal primo giorno che i responsabili degli eventuali danni sarebbero stati puniti. Tuttavia, ha chiarito che la sanzione non influenzerà gli scrutini.
Gli studenti hanno lamentato che i cinque non erano gli unici a dialogare con la dirigenza, sottolineando che tutte le decisioni sono state prese in assemblea a maggioranza. “Hanno solo parlato col preside che aveva chiesto di mantenere il dialogo aperto. Questo non ci sembra un bel modo di dialogare”, hanno replicato.
Per quanto riguarda i danni, gli studenti si sono impegnati a fare una colletta per risarcire la scuola, pur ritenendosi responsabili solo in parte. Hanno sottolineato che i furti sono avvenuti in una parte della scuola non sotto la loro competenza durante l’occupazione. “Sono entrati di notte e per ben tre volte. È la nostra scuola, non la rovineremmo mai. Durante quella settimana abbiamo incontrato esperti, discusso di questioni attuali e incontrato scrittori”, hanno dichiarato.
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