Come abbiamo già riferito, in queste ore sono riprese a Roma, e non solo, le occupazioni di scuole da parte degli studenti. In qualche caso sono intervenute le forze dell’ordine che, con ogni probabilità, riferiranno ai prefetti e alla autorità giudiziaria.
La domanda a questo punto è: verranno applicate le nuove regole del decreto legge 162, il cosiddetto “decreto anti-rave”?
Secondo molti autorevoli commentatori il decreto sarebbe scritto in modo ambiguo e poco chiaro e proprio per questo potrebbe essere applicato anche a fattispecie diverse.
Per la verità lo stesso ministro della Giustizia Carlo Nordio è intervenuto dicendo che non è intenzione del Governo consentire l’applicazione del provvedimento anche alle occupazioni di scuole o altri edifici pubblici.
L’opposizione parlamentare fa però osservare che se è così è assolutamente indispensabile riscrivere l’articolo in questione quando il decreto verrà esaminato dal Senato per la sua conversione in legge.
Per il momento possiamo intanto attenerci a quanto si può leggere nella relazione introduttiva: “L’articolo 5 mira a rafforzare il sistema di prevenzione e di contrasto del fenomeno dei grandi raduni musicali, organizzati clandestinamente (cosiddetti rave party). I casi che si sono finora presentati hanno riguardato meeting, organizzati mediante un ‘passa parola’ clandestino, realizzato attraverso il web e soprattutto attraverso i social network, che si sono tenuti in aree di proprietà pubblica o privata invase illecitamente dai partecipanti”.
La relazione spiega anche che la fattispecie risulta molto chiara perché secondo il testo della norma “essa consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”.
Il fatto è che sono in molti a “non fidarsi” anche perché – è bene ricordarlo – le relazioni accompagnatorie fanno giurisprudenza e quello che fa fede, per il momento, è il testo della norma che – appunto – non chiarissimo.
Bisogna anche dire – come abbiamo già evidenziato in precedenza – che esiste pur sempre una vecchia sentenza della Corte di Cassazione che esclude che l’articolo 633 del Codice Penale utilizzato per sanzionare le occupazioni di edifici pubblici sia applicabile anche agli edifici scolastici.
Le occupazioni delle scuole di questi giorni potrebbero quindi essere l’occasione per capire se effettivamente il nuovo decreto legge 162 si possa e si debba applicare anche all’ambito scolastico.
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