Dieci giorni di sospensione, due dei quali senza obbligo di frequenza, poi attività socialmente utili il pomeriggio e 5 in condotta al trimestre per gli studenti che hanno occupato la scuola lo scorso 4 dicembre: questa è la proposta del dirigente scolastico di un liceo di Roma avanzata in sede di consiglio di classe. Nei due giorni lontano dalla scuola i ragazzi dovranno leggere un libro assegnato dal dirigente su cui fare un elaborato.
Come riporta Il Corriere della Sera, il provvedimento riguarderebbe, nel caso in cui la proposta venisse approvata, 170 studenti, che hanno deciso di autodenunciarsi. Numerosi i danni all’edificio: rotte la vetrata del portone d’ingresso e le serrature degli uffici, manomessa la cassaforte, sottratti alcuni oggetti e una cinquantina di badge nuovi (del costo di 6 euro l’uno), oltre a quasi tremila euro occorrenti per la sanificazione.
“I ragazzi – sottolinea il dirigente – rivendicano la libertà d’espressione e di opinione, nessuno gliela nega ma ci sono forme democratiche in cui si esercita. Non si deve parlare di pena, ma di sanzione, la quale ha una funzione educativa. Lo sto spiegando anche ai ragazzi”. Non è stata messa in discussione la partecipazione ai viaggi d’istruzione, sanzione molto discussa lo scorso anno. “È stato un errore, si tratta di un’attività didattica importante”, ammette il dirigente.
“Non potrò iscrivermi all’università in Olanda dove sognavo di andare”, si lamenta una studentessa all’ultimo anno, attivista che vuole rimanere anonima. “Non solo avremo il 5 al primo trimestre – spiega la ragazza – ma dal momento in cui la sospensione arriverà nel pentamestre probabilmente avremo il 6 in condotta a fine anno e questo sarà un disastro per l’accesso all’università, anche per chi come me a scuola ha avuto sempre ottimi voti”. La giovane comunque non rinnega la scelta di occupare: “All’inizio non c’era la volontà di occupare, ma poi è successo di tutto, dalla guerra in Palestina al femminicidio di Giulia Cecchettin e allora abbiamo sentito che dovevamo fare qualcosa, avevamo bisogno di lezioni alternative”.
La questione relativa al liceo Terenzio Mamiani di Roma, occupato dagli studenti dallo scorso 5 dicembre, è stata sulla bocca di tutti. Come riporta Il Corriere della Sera, l’occupazione avrebbe bloccato anche l’attività della segreteria e in particolare la rendicontazione “su piattaforma Mim dei fondi Pnrr e Pon spesi per i progetti ‘Digital board’ e ‘Connessione rete’, materiali e servizi che i ragazzi già utilizzano”.
Questa è la denuncia della dirigente scolastica dell’istituto, che in una lettera inviata ai genitori si è detta preoccupatissima: “La protratta occupazione sta facendo danni importanti non solo alla componente studenti (molti giorni di lezione persi a fronte di pranzi sociali, corsi tenuti da sedicenti formatori, gruppi di ascolto, musica, riflessioni sui problemi attuali, sport e quant’altro, come da ‘programmi’ postati su Instagram. Attività importanti, non metto in dubbio, ma che potrebbero essere svolte nel pomeriggio o nelle assemblee), quanto anche all’ufficio di segreteria che non più svolgere il proprio lavoro amministrativo contabile”.
“Il 15 dicembre è termine ultimo per effettuare i pagamenti. Se la scuola non riuscirà a rendicontare perderà i fondi e probabilmente sarete voi Genitori a dover rimettere i 64 mila euro già spesi. Altre soluzioni non ne vedo, purtroppo. Siete tutte persone che vivete nel mondo del lavoro e sapete benissimo che all’Europa o al MIM non possono interessare le motivazioni sottese ad una mancata rendicontazione. Ritireranno i fondi. Ho già parlato con gli occupanti che sembrano ben poco interessati a questo aspetto, sordi ad appelli e a ragionamenti pratici, in nome di alti ideali. Per questo mi rivolgo a voi, soprattutto ai genitori degli occupanti: fate ragionare i vostri figli, la protesta sta invalidando situazioni amministrative molto delicate che non possono poi essere risolte in un giorno”, ha aggiunto.
“I finanziamenti arrivati devono essere rendicontati entro il 15 dicembre, altrimenti ci vengono richiesti indietro, e tutte le carte sono a scuola. Se perderemo questi 64mila euro di fondi, li chiederò ai genitori degli studenti”, ha ribadito a Mattino Cinque News, come riporta TgCom24.
“Anche l’anno scorso e l’anno precedente gli ho chiesto il rimborso dei danni provocati dai loro figli alla struttura, pari a oltre ottomila euro”, ribadisce la dirigente scolastica, che, assieme agli insegnanti, si reca ogni mattina davanti al liceo per cercare di far cambiare idea ai ragazzi. “È un problema per loro e per gli altri studenti a casa, oltre che per la segreteria che non può svolgere tutte le pratiche. Siamo preoccupati e avviliti perché non riusciamo a fare il nostro lavoro e soprattutto perché i ragazzi non stanno facendo lezione”, ha concluso.
I ragazzi hanno risposto a queste affermazioni: “Nulla obietta l’ingresso del personale di segreteria all’interno della scuola se c’è il bisogno che queste operazioni si svolgano all’interno, nelle date 13 e 14 dicembre per concludere gli adempimenti che confidiamo siano stati già da tempo avviati”.
“Quanto alla dichiarazione della dirigente che definisce l’occupazione ‘un danno alla componente studenti per i giorni di lezione persi’ ribadiamo che per noi è fondamentale che l’occupazione venga concepita come un momento di formazione e cultura. Infatti, nella settimana trascorsa è stata interrotta la didattica frontale a favore di una alternativa, più vicina alle nostre esigenze. I corsi che si sono tenuti in questi giorni hanno coinvolto professionisti su temi legati alla sessuo-affettività, alla salute mentale e alla violenza di genere, ed è stato offerto uno sportello d’ascolto a scuola aperto a tutt* durante tutti i giorni dell’occupazione”, hanno aggiunto.
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