Ocse: 1 giovane italiano su 5 senza studio o lavoro. Migliorare la qualità dell’insegnamento

”Le attuali difficoltà dei giovani italiani nel passaggio dal sistema dell’istruzione al mondo del lavoro sono particolarmente preoccupanti. Quasi un giovane italiano su cinque non è inserito nel sistema dell’istruzione nè nel mercato del lavoro, il 23% della fascia d’età dei 15-29enni”. Bisogna dunque “dare slancio alla crescita e alla produttività”, e l’Ocse evidenzia che ”in Italia, assicurare un inserimento agevole nel mercato del lavoro rappresenta una sfida a tutti i livelli di istruzione. 
Se le competenze acquisite con l’istruzione non vengono utilizzate rapidamente, possono diventare presto obsolete, scoraggiando i giovani e riducendo l’interesse per lo studio. Le difficoltà riscontrate dai giovani nel trovare un lavoro adatto sollevano numerose questioni sulla qualità dell’apprendimento e sullo sviluppo delle competenze a scuola e nelle università. Per il sistema dell’istruzione le priorità sono rappresentate dal potenziamento dell’accountability e dal miglioramento della qualità dell’apprendimento a tutti i livelli. E’ anche necessario rafforzare i collegamenti tra l’istruzione universitaria e il mercato del lavoro”. 
Ma non solo, bisogna assicurare, dice sempre lì’Ocse, “lo sviluppo di un quadro di valutazione globale, migliorare la qualità dell’insegnamento, sostenere l’innovazione nel sistema d’istruzione, migliorare il sistema di istruzione e formazione professionale così come le prestazioni e il rapporto costo-efficacia delle università.” 
Anche queste sono le principali raccomandazioni contenute nel rapporto ”Italia. L’Ocse rileva che ”la perfomance dell’Italia in materia di istruzione è migliorata ma possono ancora essere realizzati numerosi” passi avanti. Infatti ”i risultati di uno studente quindicenne italiano in lettura, matematica e scienze secondo l’indagine Pisa sono ancora inferiori alla media dell’Ocse” così come ”il completamento del ciclo d’istruzione secondaria superiore è inferiore alla media” e anche ”il conseguimento dell’istruzione terziaria, sebbene sia raddoppiato nelle classi di età più giovani”.

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