Qualche giorno fa è stato pubblicato il documento OCSE 2024, Education at Glance 2024: OECD Indicators, che fornisce un’analisi dettagliata dello stato dell’educazione a livello globale, concentrandosi su vari indicatori legati a partecipazione, risorse investite, risultati educativi e l’equità del sistema scolastico.
Oggi, 26 settembre, viene presentato in Italia, presso la Sala Aldo Moro del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Presente il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Ecco le sue parole:
“I dati si fermano nella maggior parte dei casi al 2022 e comprendono anche l’Istruzione terziaria, per Università e Ricerca. Deve aumentare la spesa pubblica per la scuola ma anche quella privata. Emergono dati molto positivi dal rapporto; il numero di Neet è passato dal 32% al 21% per gli uomini e al 20% per le donne.
Nei Paesi Ocse il tasso di discesa è stato inferiore. Un altro dato interessante: le ragazze conseguono risultati migliori ovunque in termini di istruzione e istruzione terziaria. Risulta importante investire negli asili nido per colmare le differenze sociali, è importante che vengano frequentati da famiglie con redditi bassi. Oggi vengono frequentati dal 40% di famiglie benestanti.
Un altro dato positivo in controtendenza rispetto a quanto si dice; nel 2022 per le primarie la spesa per studente è in media 13mila dollari, con la media europea pari a 11. Qui gioca il maggiore investimento nei Paesi Ocse in laboratori. Il rapporto studente per docente è molto positivo per l’Italia ed è destinato ad aumentare visto il crollo della natalità e il mantenimento dello stesso numero di docenti.
Per quanto riguarda il tema dei salari, Ocse fotografa una situazione negativa anche se non tiene conto dell’ultimo contratto che è stato firmato nel gennaio 2024. Tra il 2015 e il 2022 i salari dei docenti italiani sono diminuiti del 6% contro un aumento medio del 4% Ocse.
Qui si sconta il blocco dei salari per ben undici anni. L’ultimo contratto era stato siglato nel 2009. Poi si deve attendere il 2020 per un primo contratto. Nel 2024 il contratto siglato ha portato un aumento del 4,5% grazie ad un incremento di risorse che ho voluto spostare da microprogetti all’aumento degli stipendi. Abbiamo destinato tre miliardi di euro per il nuovo contratto da siglare, si auspica, quest’anno, che dovrebbe comportare un aumento del 5%, resta da vedere se con nuove risorse si arriverà al 6%.
Le ore di insegnamento sono superiori nei paesi rispetto all’Italia. Ad esempio alle medie si parla di 626 ore mentre nei Paesi Ocse la media è di 706 ore. Insomma, è una scuola a luci e ombre, più legate al passato, con prospettive interessanti. Le innovazioni che abbiamo apportato hanno sicuramente influito in questi risultati incoraggianti”, ha concluso il ministro.
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