Si terrà a Bruxelles, nei giorni 17-18 ottobre 2005, un forum ad alto livello per discutere i risultati di un rapporto Ocse, a proposito di invecchiamento della popolazione e politiche del lavoro dei Paesi membri.
Dal rapporto, emergono alcuni dati significativi: nei Paesi Ocse, nel 2004, lavoravano in media il 75% degli adulti di età compresa tra 25 e 49 anni, e meno del 60% in età tra 50 e 64 anni. Se i governi non modificheranno le politiche per il pensionamento, entro il 2050 la percentuale della popolazione a riposo, rispetto a quella in attività, passerà, dal 38% registrata nel 2000, al 70%: in altre parole, mediamente, per 100 lavoratori ci saranno 70 pensionati. Questo stato di cose, inevitabilmente, comporterà più tasse, minore welfare, oltre a bassa crescita del Pil, che si prevede, nei prossimi trenta anni, del 30% più basso rispetto alla media registrata nel periodo 1970-2000.
Una delle possibili strategie da attuare per arginare questa “deriva”, secondo le raccomandazioni Ocse, sarà quella di prolungare l’età lavorativa, varando norme che incoraggino i lavoratori a rimanere in attività. In questa direzione, qualcosa è stato fatto in vari Paesi, inclusa l’Italia, ma molto ancora , secondo l’Ocse, bisognerà fare. Altre strategie su cui puntare, sono la formazione flessibile e la occupabilità dei lavoratori in età più avanzata.
Ne sapremo di più il prossimo 18 ottobre, a conclusione dei lavori del forum: una conferenza stampa dei ministri dei vari Paesi è stata annunciata, a Bruxelles a Palazzo Egmont, alle ore 15.
Dal rapporto, emergono alcuni dati significativi: nei Paesi Ocse, nel 2004, lavoravano in media il 75% degli adulti di età compresa tra 25 e 49 anni, e meno del 60% in età tra 50 e 64 anni. Se i governi non modificheranno le politiche per il pensionamento, entro il 2050 la percentuale della popolazione a riposo, rispetto a quella in attività, passerà, dal 38% registrata nel 2000, al 70%: in altre parole, mediamente, per 100 lavoratori ci saranno 70 pensionati. Questo stato di cose, inevitabilmente, comporterà più tasse, minore welfare, oltre a bassa crescita del Pil, che si prevede, nei prossimi trenta anni, del 30% più basso rispetto alla media registrata nel periodo 1970-2000.
Una delle possibili strategie da attuare per arginare questa “deriva”, secondo le raccomandazioni Ocse, sarà quella di prolungare l’età lavorativa, varando norme che incoraggino i lavoratori a rimanere in attività. In questa direzione, qualcosa è stato fatto in vari Paesi, inclusa l’Italia, ma molto ancora , secondo l’Ocse, bisognerà fare. Altre strategie su cui puntare, sono la formazione flessibile e la occupabilità dei lavoratori in età più avanzata.
Ne sapremo di più il prossimo 18 ottobre, a conclusione dei lavori del forum: una conferenza stampa dei ministri dei vari Paesi è stata annunciata, a Bruxelles a Palazzo Egmont, alle ore 15.