Ocse: gli italiani vivono a lungo, ma sono “somari”
I rapporti Ocse continuano a confermare l’inadeguatezza del grado d’istruzione degli italiani. Stavolta le indicazioni negative sono contenute nel rapporto dell’organizzazione internazionale sul benessere reale e percepito, presentato a Parigi il 5 novembre in una versione aggiornata. Premesso che gli Italiani non sono granché soddisfatti della loro qualità di vita, ma vivono più a lungo dei vicini europei e del resto dell’occidente, dal rapporto emerge che hanno risultati inferiori alla media per lavoro e scuola.
Sul fronte dell’educazione, in particolare, l’Italia è in fondo a quasi tutte le classifiche: quintultima per livello di istruzione della popolazione, subito dietro alla Grecia e davanti a Spagna, Messico, Portogallo e Turchia, 27/a su 34 per competenze cognitive dei quindicenni (misurate con i test Pisa di lettura, matematica e scienze) e addirittura ultima per competenze della popolazione adulta. Giungono poi notizie poco incoraggianti, come dicevamo, anche in materia di lavoro. L’Italia è quartultima tra i Paesi Ocse per tasso di occupazione (inteso come la percentuale di persone tra i 15 e i 64 anni che hanno un lavoro), con il 56,95%, e ottava per tasso di disoccupazione di lunga durata, con il 4,36%.
C’è però una graduatoria in cui il nostro Paese continua a guadagnare posizioni: è quella dell’aspettativa di vita, in cui l’Italia è seconda con 82 anni, dietro al solo Cile.
I dati positivi riguardano anche la soddisfazione media per la propria vita, con un punteggio di 5,8 su 10, in una classifica guidata da Cile, unico a sfiorare gli 8 punti, Norvegia, Islanda e Svezia.