Nell’area Ocse solo Messico e Islanda hanno fatto altrettanto. Lo studio peraltro precisa che oltre un certo livello di spesa, individuato in 50mila dollari, non vi è un’evidente relazione tra la spesa per studente e la sua performance. Ad esempio, Italia e Singapore spendono entrambi circa 85mila dollari per ogni studente tra i 6 e i 15 anni, ma mentre i liceali italiani hanno un punteggio di 485 punti in matematica, i loro coetanei di Singapore arrivano a 573 punti, uno dei livelli massimi.
L’Italia ha invece una performance simile a quella della Norvegia (489 punti), ma Oslo spende ben 124mila dollari per studente. In generale la spesa per studente in Italia è in linea con la media Ocse (84.416 dollari contro 83.382), in presenza di un Pil pro capite di 32.110 dollari contro un dato Ocse di 33.732 dollari. Tra i dati evidenziati dal rapporto anche il costo delle bocciature che è pari al 6,7% della spesa totale annuale nell’istruzione primaria e secondaria, ovvero 47.174 dollari per ogni studente ripetente, tra costi scolastici e costi sociali.
In Italia i ripetenti sono il 17% degli studenti contro il 12% della media Ocse e sono pure aumentati del 2% tra il 2003 e il 2012, mentre in media nell’area Ocse sono diminuiti.
Tuttavia, secondo Francesca Borgonovi, analista della direzione dell’Istruzione Ocse: “I ragazzi italiani di oggi hanno una preparazione pari a mezzo anno di scuola in più degli studenti del 2003”. Il nostro sistema, spiega, rispetto ad altri, “ha ancora il merito di non lasciare indietro chi è più svantaggiato”.