Secondo l’Ocse l’utilizzo di Internet durante l’orario scolastico, anche intenso, non porta necessariamente ad un miglioramento delle capacità di utilizzo da parte degli allievi.
Il dato proviene da un rapporto internazionale su istruzione e competenze informatiche dell’istituto transalpino, basato su dati dell’indagine Pisa 2012, reso pubblico il 14 settembre.
“La quantità non basta, servono anche qualità ed esperienza”, spiega il ricercatore Eric Charbonnier durante una presentazione alla stampa del rapporto, citando il caso di Paesi asiatici come la Corea o il Giappone, dove il tempo di utilizzo di Internet a scuola è molto ridotto (rispettivamente 11,3 e 11 minuti al giorno, contro una media Ocse di 41,9) ma i risultati degli allievi quindicenni nei test di comprensione degli scritti su supporto elettronico sono tra i migliori nell’organizzazione (2/o posto per la Corea e 4/o per il Giappone).
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Quel che conta, sostengono i ricercatori Ocse, è invece trasmettere agli alunni le competenze per “l’uso pertinente” di Internet, ovvero a costruire il loro percorso in un ipertesto in modo “mirato” per ottenere l’informazione di cui hanno bisogno. Ciò richiede non solo di mettere loro a disposizione gli strumenti informatici e il tempo per utilizzarli, ma anche “un rilevante livello di preparazione degli insegnanti” su come gestire questo tempo con effetti positivi sulla formazione degli alunni.
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