Altro che inversione di tendenza: per quel che riguarda le occupazioni dei suoi cittadini, l’Italia si conferma nelle posizioni finali della classifica Ocse.
Mettendo a confronto i Paesi dell’organizzazione, il 17 luglio è stato infatti comunicato che la percentuale di occupati nel primo trimestre del 2017 in Italia era pari al 57,7% della popolazione in età lavorativa, contro una media Ocse del 67,4%, del G7 pari al 70,3% e dell’Ue del 67,2%.
Percentuali inferiori a quelle italiane si sono registrate nel periodo solo in Grecia (52,7%) e in Turchia del (50,9%), mentre meglio di noi fanno Paesi come la Spagna, l’Irlanda a addirittura del Sud America come il Cile.
Se si guarda solo all’occupazione femminile, i risultati sono analoghi: contro una media Ocse del 59,7%, l’Italia si ferma al 48,5%, poco sopra il Messico (45,3%) e la Grecia (44,1%). Solamente la Turchia è in questo caso distaccata, con appena il 31,7% di donne con un’occupazione.
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Sempre secondo l’Ocse, nel primo trimestre dell’anno in corso il tasso di occupazione nei Paesi dell’organizzazione è aumentato dello 0,2% salendo al 67,4%. Nello stesso periodo il tasso di partecipazione al mercato del lavoro è cresciuto dello 0,1% arrivando al 71,8%.
Il tasso di occupazione è salito in quasi tutti i Paesi Ocse, con il balzo di Estonia e Slovenia (rispettivamente +1,7% al 73,8% e +1,4% al 68,1%).
Tra le economie più sviluppate, il Canada e il Messico hanno registrato un aumento dello 0,4%, arrivando al 73,3% e al 61,4%. In Turchia, Stati Uniti e Giappone l’incremento è stato dello 0,3%, mentre in Corea e Regno Unito dello 0,2%, alla stregua dell’Unione europea.
L’andamento al rialzo ha riguardato tutte le fasce di età. Per i lavoratori più anziani (55-64 anni) l’aumento è stato dell’1,1% al 59,9%. Più moderato e pari allo 0,5% invece l’incremento per i giovani tra i 15 e i 24 anni e per i lavoratori adulti tra i 25 e i 54 anni.
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