Secondo il rapporto Ocse “Education at Glance 2015”, l’Italia può vantare il corpo docente più anziano rispetto a quello di qualsiasi altro Paese dell’Ocse.
Inoltre, i salari sono collegati principalmente all’anzianità e non valorizzano le prestazioni di eccellenza. Nel 2013 infatti il 57% di tutti gli insegnanti della scuola primaria, il 73% degli insegnanti della scuola secondaria superiore e il 51% dei docenti dell’istruzione terziaria avevano compiuto 50 anni di età o li avevano superati, le percentuali più alte registrate rispetto ai Paesi dell’Ocse e ai Paesi partner.
Il rapporto Ocse sullo stato dell’istruzione italiana compara la nostra situazione con quella dei 34 paesi più ndustrializzati al mondo.
Nel 2013, in Italia, vi erano meno alunni per insegnante nella scuola primaria rispetto alla media dei Paesi dell’Ocse o dell’Unione europea, e un numero simile di studenti nella scuola secondaria inferiore e superiore. Inoltre, sottolinea l’Ocse, i salari degli insegnanti sono principalmente collegati all’anzianità (anni di esperienza) e non valorizzano le prestazioni di eccellenza, come per esempio in Finlandia e in Francia.
Ancora, sottolinea l’Ocse tra le criticità, la normativa italiana non prevede nessuna regolare valutazione degli insegnanti o dei dirigenti scolastici. Per valutazione degli insegnanti si intende una valutazione individuale che si conclude con giudizi sulle loro competenze e prestazioni.
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