Ocse: più tasse per frequentare l’Università. Gelmini dice no
Una vera riforma universitaria dovrebbe tenere seriamente in considerazione la possibilità di elevare le tasse di iscrizione e di frequenza richieste agli studenti: a sostenerlo è l’Ocse, tramite il Rapporto 2011 sull’Italia, l’organismo sovranazionale sostiene che il nostro Paese “potrebbe prendere in considerazione la possibilità di eliminare gradualmente il tetto previsto per le tasse universitarie, facendo sì che gli studenti sostengano una percentuale più elevata dei costi”.
La richiesta non potrà sicuramente fare piacere agli studenti italiani, in particolare alle loro associazioni, che da anni si lamentano per l’incremento esagerato dei contributi loro richiesti dalle singole Facoltà accademiche. L’Ocse però non scherza. E si addentra nei particolari dell’indicazione. “Il possibile impatto dell’incremento delle tasse di iscrizione sull’accessibilità dell’istruzione superiore – si legge ancora nel Rapporto 2011 – andrebbe affrontato tramite l’introduzione di un sistema di prestiti rimborsabili sulla base del reddito, di modo che gli studenti siano tenuti a restituire il prestito una volta che inizino a lavorare e il loro reddito superi una determinata soglia. Tale sistema – conclude – andrebbe eventualmente integrato con un sistema di borse di studio”.
A dirsi contrariato per la proposta Ocse non sono solo gli studenti italiani: anche il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha dichiarato un aumento delle tasse universitarie nel nostro Paese non solo non sarebbe giusto ma non è nemmeno necessario, facendo quindi riferimento all’azione di razionalizzazione delle spese attuata attraverso l’introduzione di nuove norme che inquadrano l’Università italiana.”Condivido molti dei suggerimenti contenuti nel Rapporto – ha dichiarato il rappresentante massimo del Miur – ma dissento sulla necessità di aumentare le tasse universitarie. Non devono pagare i giovani gli sperperi di alcuni atenei”. Gelmini ha poi aggiunto che “praticare un aumento delle tasse universitarie non sarebbe giusto. Ma in questo caso non è nemmeno necessario, perchè abbiamo tagliato i costi”.
Per una volta il suo pensiero sarà in sintonia con i beneficiari del servizio universitario. Ma occorreva proprio un intervento d’oltre confine per far tornare la sintonia, anche se solo su un argomento, tra Ministro e studenti?