Il tema religione cattolica a scuola resta fra i più controversi. Infatti, non di rado, arrivano attacchi sia dall’interno che dall’esterno della scuola italiana. L’ultimo in ordine di tempo è quello del matematico Piergiorgio Odifreddi, saggista e accademico, che nel corso della trasmissione “In Onda” su La7, si lancia in una riflessione a 360° sulla religione e la società, attaccando anche gli insegnanti di religione cattolica.
Per Odifreddi i docenti di religione sono “una spina nel fianco dello Stato laico. Non hanno lauree o diplomi ma lavorano a scuola grazie alla raccomandazione dei vescovi. Però pagati dallo Stato. Spesso vengono inseriti come docenti di religione cattolica, poi si laureano e diventano insegnanti di altre materie”.
Le parole di Odifreddi non hanno lasciato silenzio attorno a sè: infatti il sindacato Snadir ha risposto al matematico per le rime: “Di fronte a tali ingenuità e sciocchezze, non possiamo di certo rimanere in silenzio, e anzi, cogliamo l’occasione per ricordare a chi ancora una volta affronta la questione dell’Irc in maniera superficiale, che le attività in ordine all’insegnamento della religione cattolica rappresentano un momento puramente culturale e formativo”.
“L’Irc, in questo senso, prosegue il sindacato guidato da Orazio Ruscica, è una disciplina che si inserisce nel quadro delle finalità della scuola ed è regolamentata insieme da Stato e Chiesa perché lo Stato non ha una competenza in campo religioso e, se vuole promuovere un insegnamento di carattere religioso, deve rivolgersi a chi è effettivamente competente in quel campo, ossia a docenti con un solido percorso di studio di livello universitario e post universitario (non certo sprovveduti raccomandati dall’autorità religiosa di turno), quindi formati, preparati e attenti alle vite e alle storie dei nostri studenti”.
L’insegnante di Religione Cattolica è, puntualizza lo Snadir, “come tutti gli altri docenti, un dipendente del Ministero Istruzione Università Ricerca e, in quanto tale, percepisce proprio da questo ente il suo salario, in modo analogo a quanto avviene per i suoi colleghi”.
Insomma, anche stavolta sarebbe un problema di disinformazione alla base di tali polemiche, chiude il sindacato.
Ricordiamo, come scritto in precedenza, che al Senato è stata presentata una mozione da Riccardo Nencini e firmata da Emma Bonino (+Europa); Maurizio Buccarella(Gruppo Misto); Roberto Rampi (PD); Loredana De Petris (LEU); Carlo Martelli(Gruppo Misto); Tommaso Cerno (PD); Matteo Mantero (Movimento 5 Stelle), Saverio De Bonis (Gruppo misto) per chiedere al Governo di rivedere le procedure per la revisione del Concordato stipulato nel 1984 tra lo Stato italiano e il Vaticano, con conseguente abolizione dell’ora di religione cattolica.
Il testo della mozione riporta un preambolo in cui vengono riportati i motivi principali per intervenire sul Concordato: “la religione cattolica è rimasta di fatto ‘religione di Stato’ e il suo insegnamento in molte scuole è tuttora di fatto ‘obbligatorio’, per la casualità o la totale mancanza di alternative”.
Inoltre, “lo stipendio dei suoi insegnanti è a carico dello Stato ed essi entrano nei ruoli della scuola senza concorso, con l’impegno a trovare loro un’altra collocazione nel caso in cui la Chiesa, che li designa, ritiri loro la sua legittimazione”.
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