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Offerte di lavoro: crollo generale, si salvano promotori e operatori di call center

Tutti i giovani che si trovano di fronte al percorso formativo specializzante da scegliere hanno quasi sempre due possibilità: optare per un settore di interesse (seguire la passione, spesso innata) oppure informarsi su quale ambito garantisce maggiori possibilità di trovare un’occupazione. Molti, considerata la penuria di posti di lavoro, optano per la seconda scelta. Quella fatta con la testa. Magari dando spazio “cuore” per tutto ciò che non ha a che vedere con il lavoro.
Per fornire informazioni aggiornate a questi giovani, oltre che ai loro docenti (in particolare a quelli delle scuole medie e superiori incaricati dell’orientamento in uscita), può essere molto utile la ricerca pubblicata dall’Isfol il 12 aprile sulle offerte di lavoro pubblicate sui quotidiani. Diciamo subito che il dato che prevale è quello di un vero e proprio crollo generale del numero di annunci, passati dai 70.319 del primo semestre 2008 ai 31.841 dell’anno successivo. Sempre tenendo conto delle richieste di lavoro ufficiali, l’Isfol ha scoperto che tra le prime dieci professioni l’unica a non far registrare un calo è stata quella dei call center (in crescita del 35,8%). Tutte le altre, dall’operaio qualificato all’addetto vendita, passando per l’impiegato amministrativo o commerciale, il calo è stato sensibile. Nelle “retrovie” guadagna moltissime posizioni, invece, il promotore: è passato dal 139esimo al 14esimo posto.
Le professioni più in crisi? Il venditore ed il consulente. Secondo l’Isfol la forte flessione di richieste di lavoratori specializzati è indubbiamente legata alla “grave crisi economica che l’Italia sta attraversando“.
L’istituto ha inoltre presentato, per la prima volta, il ‘barometro’ delle occupazioni interinali contenente i dati riferiti agli annunci pubblicati sui quotidiani dalle società di somministrazione del personale: se la media nazionale conferma un dimezzamento delle inserzioni di questo genere (-44,4%), in linea con l’andamento generale, appare sbalorditivo il dato relativo al Nord-Est che ha fatto registrare un andamento positivo con ben il +366% di inserzioni di questo genere.
Emerge qui nettamente – commentano dall’Isfol – la componente ‘produttiva’ delle domande di lavoro interinale con ben nove occupazioni nelle prime venti posizioni e addirittura quattro nelle prime cinque“.
In questo ambito, molto richieste risultano figure professionali poco moderne e tecnologiche come quella del saldatore, dell’operaio, dell’addetto al reparto, del manutentore meccanico ed elettrico, oltre che dell’operaio qualificato. Il ‘barometro’ delle prime venti occupazioni interinali fa inoltre registrare un quadro diverso da quello tradizionale: se in quest’ultimo predominano le professioni legate alla ‘vendita’, nell’interinale prevalgono le occupazioni legate alla ‘produzione’, tanto che al primo posto figura l’operaio e via discorrendo il saldatore e il manovale. Lavori che sembravano doversi lentamente estinguere e che invece, in un periodo poco florido per l’economia, stanno vivendo un discreto ritorno d’interesse.
Alessandro Giuliani

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