“Non ci arrendiamo. Alziamo la bandiera del lavoro, vogliamo il futuro”, dice la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, rilanciando le ragioni dello sciopero generale.
Abbandonata l’idea di precettare i ferrovieri lo sciopero generale di otto ore, proclamato oltre che da Cgil e Uil anche dall’Ugl, riguarda quindi tutti i settori, dalla sanità agli uffici pubblici, dalla scuola ai trasporti, compreso quello ferroviario.
Oggi dunque Cgil, Uil e Ugl saranno nelle piazze per “dare voce alle ragioni dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani, dei cassintegrati, dei precari e dei disoccupati. Sarà una giornata decisiva per il cambiamento delle politiche economiche, per il lavoro e per l’estensione dei diritti”, dicono ancora Camusso e Barbagallo.
In tutta Italia saranno 54 le manifestazioni organizzate dai sindacati, di cui 10 regionali, 5 interprovinciali e 39 territoriali. Al corteo a Roma, da piazza dell’Esquilino a piazza Santi Apostoli, parteciperà il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo; al corteo a Torino, da piazza Vittorio a piazza San Carlo, parteciperà il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.
Nel trasporto ferroviario lo stop sarà dalle 9 alle 17; in quello aereo dalle 10 alle 18; mentre nel trasporto pubblico locale, nel rispetto delle fasce di garanzia, l’articolazione dello sciopero che interesserà bus, tram e metro, avrà fasce orarie diverse da città a città.
Al centro delle richieste, la necessità di cambiare il Jobs act e la legge di stabilità, prevedendo tra l’altro l’estensione del bonus degli 80 euro ai pensionati ed agli incapienti e lo sblocco del contratto del pubblico impiego, fermo al 2009.
Il Jobs act, insiste Camusso, non riduce la precarietà ma i diritti e le tutele e “incentiva i licenziamenti”, monetizzando l’articolo 18.
Anche per Barbagallo, altro che lavoratori di serie A e B, siamo alla serie C”.
E in attesa dei decreti attuativi per Jobs act il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha assicurato che ci saranno “momenti di confronto” con i sindacati e non è escluso che la prossima settimana possano aprirsi.
Allo sciopero generale non aderisce la Cisl, scesa in piazza il primo dicembre con le sole categorie del pubblico impiego e la richiesta del rinnovo contrattuale.