Oggi, 7 febbraio, si celebra la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, istituita su iniziativa dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. E in questa occasione rimangono sempre più in vista i numeri di un fenomeno che sembra difficile estirpare. Si stima infatti che nel mondo siano 246 milioni i bambini e gli adolescenti vittime di una qualche forma di bullismo.
Ma non solo. Secondo una ricerca dell’ “Osservatorio (in)difesa” realizzato da Terre des Hommes e OneDay, con l’aiuto di ScuolaZoo e delle sue community, che ha coinvolto più di 1700 ragazzi e ragazze dai 14 ai 26 anni in tutta Italia rivela che un adolescente su 2 ha subito atti di bullismo e, insieme al cyberbullismo, i due fenomeni sono tra i principali rischi percepiti dagli adolescenti. Il 44% degli adolescenti teme il bullismo, il 50% dice di aver paura di subire violenza psicologica e l’88% afferma di sentirsi solo o molto solo. Dai numeri emerge chiaramente anche il fortissimo disagio psicologico causato, o esasperato, dai due anni di pandemia. Ma viene pure denunciato il profondo dolore provato da ragazzi e ragazze per discriminazioni a causa dell’orientamento sessuale, offese razziste, body shaming, atti di denigrazione, violenza e incitazione al suicidio.
Dice inoltre l’ Osservatorio (in)difesa che ben 7 su 10 studenti dichiarano di non sentirsi al sicuro quando navigano in rete. A preoccuparli maggiormente è proprio il rischio di cyberbullismo (68,8%) seguito da “revenge porn” (60%) furto di identità (40,6%) e stalking (35%) ma anche l’alienazione dalla vita reale (32,4%) con la creazione di modelli e standard irraggiungibili, è fonte di enorme frustrazione.
Tra le cause della solitudine il 31% dice di non sentirsi ascoltato in famiglia e il 30% non si sente amato, mentre il 29,2% non frequenta luoghi di aggregazione. Il 37,5% degli intervistati teme l’isolamento sociale e il 35% ha paura di soffrire di depressione. Ma soprattutto ciò che emerge è il grido di allarme degli adolescenti che chiedono a gran voce l’aiuto da parte degli adulti, dagli insegnanti ai genitori.
Un fenomeno in crescita, che crea disagio e sofferenza psicologica e fisica in ragazzi e adolescenti e contro il quale deve crescere l’impegno educativo degli adulti.
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