“Con tutto il rispetto che ho per le bambine, le adolescenti e le donne, dico che c’è più rispetto per un cane che per loro”. A dirlo l’argentino padre Jorge Crisafulli, missionario salesiano in Africa da quasi 25 anni, in occasione della “Giornata mondiale delle bambine” e delle ragazze che si celebra oggi, 11 ottobre.
In Sierra Leone, ma lo stesso avviene in troppi Paesi al mondo, l’infanzia e l’adolescenza di bambine e ragazze non prevedono né protezione né sostegno. Qui, denunciano anche tutte le associazioni umanitarie, scoppia continuamente una sorta di epidemia nascosta, conseguente a quella di Covid, e che colpisce bambine, ragazze e donne: è quella di violenza e povertà dovute ai quasi due anni di pandemia.
I numeri denunciati sono tutti a sei o sette zeri: nel mondo nei prossimi dieci anni il numero di spose bambine aumenterà di 10 milioni, e sono proprio i matrimoni precoci a causare la morte, ogni giorno, di circa 60 tra bambine e ragazze a causa di gravidanze e parti; il numero delle baby mamme è cresciuto fino ad arrivare a 21 milioni e un milione di bambine il prossimo anno non tornerà a scuola. A causa del Covid e dei lockdown in varie parti del mondo, è come se si fosse tornato indietro di venti anni, perché tra gli 11 e i 20 milioni di bambine e ragazze hanno lasciato le aule e rischiano di non tornarci più, ed il loro destino oltre che dai matrimoni precoci, sarà contrassegnato da lavoro domestico e da una riduzione sensibile dei diritti. Il simbolo tra tutti sono le bambine afghane e la loro sorte dopo il ritorno al potere dei talebani.
In Italia, Elena Bonetti, ministra per le Pari a opportunità, ha affermato: “Sono convinta che ci sia un legame tra la scarsa presenza delle donne nella politica italiana e la modesta presenza di diplomate e laureate nelle materie scientifiche. E’ come se la nostra società avesse eretto barriere che inducono le donne a desistere, a pensare che la matematica o la fisica non è cosa per loro così come non lo è la politica. Oggi tutti concordano sulla necessità di rinnovare la politica. Bene, ma il rinnovamento non può prescindere dal protagonismo delle donne. Bisogna cambiare, parlare alle ragazze, mostrare come il volto della scienza abbia in sé il femminile. Il lavoro di empowerment delle donne parte anche dall’educazione. Per questo abbiamo progetti che parlano di scienza ai bambini della scuola d’infanzia e borse di studio per studentesse interessate alle Stem”
“I talenti femminili – spiega la ministra sulle pagine del Messaggero nel corso di una intervista- servono alla comunità e la politica deve trasmettere alle ragazze la convinzione del loro valore e la necessità che si mettano in gioco. La parità deve entrare nella politica come struttura”.
“A livello globale la pandemia ha fatto registrare un aumento delle violenze sulle bambine e sulle ragazze. Un aumento delle gravidanze anche a dieci, undici anni. Parlo di violenze perpetrate nel mondo, ma qualche caso si è registrato anche in Italia. Il Covid ha danneggiato l’apprendimento, creato ansie sfociate in fenomeni di autolesionismo o disturbi alimentari. Con il piano nazionale per l’infanzia e l’adolescenza il governo si è impegnato per la salute fisica e psicologica dei ragazzi, ci saranno specialisti ai quali rivolgersi nelle scuole”.