“L’istruzione non è mera trasmissione della conoscenza: l’apprendimento è creativo e personalizzato. Per questo serve flessibilità nella scelta del personale”.
Lo ha detto Giorgio Rambado, presidente nazionale Associazione nazionale presidi ed alte professionalità, nel corso del convegno “Il preside in Europa”, svolto il 25 maggio presso l’Istituto Galileo Galilei di Roma.
Rembado ha quindi difeso, senza però citarli, gli ambiti territoriali e il successivo meccanismo della chiamata diretta.
“Un dirigente senza staff non può operare in modo adeguato – ha detto il presidente Anp parlando anche del merito – e la riforma della scuola, approvata lo scorso luglio, offre la possibilità di creare questo prezioso gruppo di lavoro: la Legge 107/15 offre, infatti, un supporto a questo genere di leader gestionale, visto che il comma 83 prevede la possibilità che il dirigente possa avvalersi di uno staff di docenti pari al 10 per cento della categoria”.
Per Rembado “serve anche la predisposizione di opportuni protocolli gestionali e di controllo. Eppure, c’è chi vuole contrastare la logica meritocratica prevista dalla Legge 107. Nel ribadire che la discrezionalità delle decisioni va combattuta, occorre invece puntare sul valore dei comportamenti”.
Rembado ha tenuto a ricordare che “non esiste in alcun sistema organizzato una professionalità che non prevede il riconoscimento dei meriti individuali. Per questi motivi, l’assegnazione del bonus, che non ha finalità sanzionatorie ma solo di promozione del riconoscimento, è fondamentale. Sempre tenendo conto dei criteri di valutazione stabiliti dal comitato costituito ad hoc. Come accade già nelle scuole inglesi, dove una parte dello stipendio è legata al merito.
Quindi, è fondamentale premiare i docenti che più rispondono alle esigenze formative e organizzative degli istituti”.
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Per il leader dell’Anp, “assume una funzione cruciale, in questo contesto, il sistema di reclutamento dei futuri dirigenti scolastici. La prossima procedura concorsuale dovrà verificare attitudini personali (anche di leadership organizzativa), che dovranno essere valutate attraverso prove diverse da quelle tradizionali”.
“Ricordo – ha continuato – che alla direzione dei musei e delle gallerie, sono stati chiamati venti direttori museali non necessariamente derivanti dalla categoria della storia dell’arte, ma verificando anche altre caratteristiche. Come e avere spiccate capacità manageriali. Ebbene, questa riforma ha portato in pochi mesi vantaggi gestionali notevoli, anche sul fronte del debito dei musei”.
Rembado si è soffermato, poi, su una vera anomalia sul numero di aspiranti al ruolo dirigenziale in Italia: “nella maggior parte dei paesi europei sono in forte calo; in Germania, in particolare nella Renania, i posti rimangono vacanti. In Italia, invece, c’è un numero esorbitante di docenti che vuole tentare l’accesso nel ruolo della dirigenza. E servirebbe interrogarci su questa discrepanza”.
Il presidente Anp ha quindi ricordato una massima di Victor Hugo: “colui che apre una porta della scuola chiude una prigione. I nostri decisori politici devono investire negli istituti scolastici. Investire nella scuola significa risparmiare sulla salute e sulla giustizia. Se ne tenga conto per cambiare la scuola”.
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