Oggi, venerdì 11 ottobre, manifestazioni in tutta Italia da parte degli studenti. Decine sono i cortei nelle principali città italiane, che avranno come slogan: “Si scrive scuola, si legge futuro”, mentre le richieste sono: legge nazionale per il diritto allo studio; maggiore partecipazione alla vita delle scuole; riforma strutturale dei cicli; didattica innovativa e riforma del sistema di valutazione; innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni; stop ai diplomifici nelle scuole paritarie.
Non bastano più le dichiarazioni di intenti, o i provvedimenti tampone, dicono gli studenti, oggi l’istruzione pubblica vive la catastrofe dell’abbandono, mentre la disoccupazione giovanile raggiunge il 40% o la dispersione scolastica il 18%. “Perchè, allora, continuano a prenderci in giro dicendo che in Italia ci sono troppi laureati se la percentuale è molto più bassa che nel resto d’Europa? Oppure, perchè si continuano ad ignorare gli obiettivi di Europa 2020 che prevedono un abbassamento di almeno il 10% della dispersione scolastica?
E gli studenti dicono: “Se da un lato non c’è più tempo per risolvere la catastrofe dell’edilizia scolastica attraverso un piano decennale da 13 miliardi di euro per mettere le scuole in sicurezza, o approvare una legge nazionale sul diritto allo studio che garantisca uguali prestazioni agli studenti di tutte le regioni, o ancora rifinanziare il fondi ordinari per scuole il cui vuoto ha generato la scandalosa sistematizzazione dei contributi scolastici «volontari» come sostentamento delle scuole pubbliche, dall’altro bisogna ragionare di forme innovative ed incisive di welfare studentesco, come il reddito diretto ed indiretto per i soggetti in formazione, piuttosto che una riforma strutturale dei cicli, in grado di eliminare la canalizzazione precoce, ristrutturare la didattica ed eliminare l’impianto classista in cui la scuola italiana si trascina storicamente da Gentile in poi e che la Gelmini ha acuito con la sua riforma. Noi studenti saremo in piazza anche sabato 12 ottobre, per chiedere l’applicazione della Costituzione, per rimettere al centro i diritti di tutti, per difenderli ed estenderli. Non c’è più tempo neanche per questo”.
Ma la città dove si temono disordini è come sempre la Capitale, Roma, dove sono previsti 10 giorni di tensione, che culmineranno il 19 ottobre con il corteo dei movimenti antagonisti: il più temuto dell’anno e «a rischio di violenti infiltrati». Le forze dell’ordine sono già mobilitate e la macchina della sicurezza è in allerta. Obiettivo: cercare di evitare il bis del terribile 15 ottobre 2011.
A Roma il 18 ed il 19 potrebbero arrivare oltre 4.000 agenti per far fronte agli scenari previsti, in vista dei due cortei e della partita serale Roma-Napoli. La mobilitazione comincerà comunque oggi, con la sfilata degli studenti a partire dalle 9 di mattina. Sabato 12 ottobre alle 14, invece, è previsto il corteo, da piazza della Repubblica a piazza del Popolo, «per la difesa e l’applicazione della Costituzione», annunciato da Stefano Rodotà, Maurizio Landini e Don Ciotti.
La prossima settimana, invece, una serie di ‘blitz’ anticiperanno le manifestazioni del 18 e del 19 ottobre, organizzate rispettivamente dai sindacati di base e dai movimenti antagonisti, compresi i No Tav. «Per il corteo del 19 ottobre ci aspettiamo una grande affluenza: tra le 10 e le 15 mila persone e forse anche di più», hanno etto i responsabili per la sicurezza.
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