“Quizzone” perchè per lo più la terza prova è costituita da un test a risposta multipla sulle materie studiate nel corso dell’ultimo anno e che viene stabilita dai docenti per singola commissione.
Questo significa che a rigore si potrebbero ripetere anche le discipline oggetto delle prime due prove, benchè la possibilità sia remota considerato che gli altri docenti vogliono anche loro tastare il polso dell’esaminando.
Una cosa è comunque certa: nella commissione deve esserci il docente abilitato per la disciplina di cui si richiedono le risposte, sia scritte che orali. Se dunque nella terza prova scritta vengono inserite domande di cui nessuno dei professori ha l’abilitazione all’insegnamento richiesta, qualunque ricorso da parte dei candidati è vinto.
La tipologia scelta invece, se per un verso potrebbe essere decisa dalla commissione, per l’altro essa deve scaturire dal documento che il consiglio di classe ha stilato a maggio e dove dovrebbe essere specificato in quale tipologia i ragazzi, durante le esercitazioni propedeutiche all’esame, hanno ottenuto i risultati migliori.
Infatti essa può essere sia risposta multipla, sia a risposta aperta con trattazione sintetica degli argomenti o esercizi. Un’altra singolarità di questa terza prova consiste nel fatto che solo qualche momento prima i ragazzi dovrebbero sapere su quali materie dovranno ragionare, regola che è per lo più disattesa un po’ da tutti, anche perchè con un po’ di logica, sottraendo le prime due prove e sommando la composizione dei commissari, non è assolutamente difficile prevedere le discipline.
Questa terza prova tuttavia, contrariamente a quanto si può pensare, è quella che falcidia maggiormente il voto finale dai ragazzi e in modo particolare il quiz a risposta multipla dove l’errore non può essere né nascosto né ignorato, né considerato veniale: quello è e quello resta con conseguente decurtazione di voto se c’è evidente lo sbaglio anche in forma di trabocchetto.
Sembra tuttavia, e si aspetta da mesi una comunicazione ufficiale dal ministro Profumo, che nei prossimi anni (Gelmini l’avrebbe voluta già dal 2012/13) questa terza prova passi di competenza dell’Invalsi, l’istituto di valutazione che così potrà conoscere il livello di preparazione complessiva dei ragazzi della secondaria superiore, pronti per il lavoro o l’università, ma anche per la disoccupazione.
Essa sarebbe infatti a carattere nazionale e uguale per tutti e con le stesse procedure sperimentate per le due prime prove.
Sicuramente, da un sondaggio effettuato, il 70% dei ragazzi non vuole una prova uguale per tutti, così come avviene già per l’esame della ex terza media. Sette studenti su dieci avrebbero dunque paura che un test nazionale predisposto dall’Invalsi possa essere ancor più difficile dell’attuale prova multidisciplinare preparata da ogni singola commissione esaminatrice.