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Ogni euro che c’è in più va messo in sanità e istruzione, Calenda chiede di cambiare registro

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“Ogni euro che c’è in più va messo in sanità e istruzione, ma tutto questo non importa a nessuno, perché quello che fa rumore è dire che ci sono i fascisti, ci sono i comunisti, da 30 anni va così e il Paese è declinato. È ora di dire basta”. Sono parole forti quelle pronunciate venerdì 26 agosto da Carlo Calenda.

A margine della presentazione delle liste dei candidati del Terzo Polo a Bologna, il segretario di Azione è tornato sui contenuti del loro programma sostenendo che “il Terzo Polo è l’unico che sta proponendo cose fattibili nel solco dell’agenda Draghi, cercando di mantenere Draghi lì, perché altrimenti questo Paese verrà travoltò da uno tsunami finanziario e produttivo che non ha precedenti nella storia recente”.

Il leader di Azione si è quindi soffermato sui motivi per cui il primo e secondo polo politico italiano sarebbero inaffidabili.

“Oggi siete il contrario di quello che Draghi ha espresso come spirito repubblicano di serietà e concretezza, tutti e due, destra e sinistra, e rischiate di mandare il Paese in una tempesta perfetta”, ha concluso Calenda.

Per quanto riguarda gli investimenti nella scuola, è significativo che il Governo Draghi, sostenuto da un’ampia maggioranza, praticamente tutti i maggiori partiti tranne Fratelli d’Italia, abbia previsto nel Def approvato la scorsa primavera dallo stesso Governo di ridimensionare la spesa dell’Istruzione rispetto al Pil, portandola dall’attuale 4% al 3,4% nel volgere di alcuni anni.

Sempre il governo Draghi ha previsto una riduzione delle cattedre, del resto: attraverso il decreto 36/2022, poi convertito nella Legge 79/22, sono stati previsti tagli agli organici di diritto dei docenti nella misura di 1.600 posti per il 26/27, 2.000 posti per il 2027/28 e poi altrettanti ogni anno fino all’anno scolastico 2030/31.