Via libera del Governo al contratto di lavoro dei dirigenti scolastici: lo ha deciso il Consiglio dei Ministri nel corso della seduta del 24 giugno autorizzando il ministro Renato a Brunetta ad esprimere il parere favorevole sulla ipotesi di accordo sottoscritta un mese fa da Aran e sindacati.
Appena ricevuto l’ok del Governo l’Aran ha provveduto a trasmettere contratto e relativa relazione tecnica alla Corte dei conti che avrà adesso tempo 15 giorni per pronunciarsi.
Subito dopo la pronuncia della magistratura contabile il contratto dovrà essere definitivamente firmato dalle parti: si prevede che questo ultimo adempimento possa arrivare entro la fine di luglio.
Le Direzioni provinciali del Tesoro, che provvedono alla liquidazione degli stipendi, dovranno poi adeguare le retribuzioni entro i successivi 30 giorni.
In concreto i 10mila dirigenti scolastici italiani avranno il nuovo stipendio a partire dal mese di ottobre.
Gli aumenti si aggirano sui 350 euro lordi mensili (la somma comprende però qualche decina di euro di indennità vacanza contrattuale già erogata in precedenza).
Con lo stipendio di ottobre verranno liquidati anche gli arretrati contrattuali (11mila euro circa che – detratti oneri sociali e fiscali – diventeranno 6mila netti).
Una piccola parte degli aumenti confluirà invece sulla retribuzione di risultato che dovrà essere attribuita al personale sulla base della valutazione legata al raggiungimento dei risultati e degli obiettivi assegnati.
Per quanto riguarda infine gli aspetti normativi, va ricordato che il contratto ha recepito le novità introdotte dal decreto legislativo n. 150/09 (il cosiddetto “decreto Brunetta”). In pratica sono state introdotte nell’articolato contrattuale numerose disposizioni in materia di responsabilità disciplinare.
In queste settimane l’ipotesi contrattuale è stata sottoposta al vaglio delle assemblee sindacali del personale che si sono espresse a favore, in modo pressoché unanime (d’altronde il contratto era stato firmato da tutte le organizzazioni sindacali rappresentative dell’area V della dirigenza scolastica).
Il problema maggiore che adesso si apre a proposito della dirigenza riguarda però le centinaia di sedi che, dal prossimo settembre, rimarranno senza titolare. Soprattutto nelle regioni dl nord potrebbe essere davvero difficile riuscire a garantire il funzionamento regolare di tutte le istituzioni scolastiche: le sedi scoperte, infatti, dovranno essere affidate in reggenza ad altri dirigenti titolari in sedi viciniori.
Ma in alcuni territori le sedi vacanti sono davvero molte e trovare i reggenti potrebbe essere complicato.
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