Il prefetto di Roma Franco Gabrielli, a margine della presentazione delle iniziative intraprese con le tre Università di Roma per il Giubileo, ha sottolineato che la polizia interviene, nel caso di scuole occupate, solo su richiesta dei dirigenti.
“Nell’ambito delle occupazioni delle scuole abbiamo recentemente fatto un incontro con la Direzione regionale scolastica e con alcuni rappresentanti dei dirigenti scolastici in cui abbiamo ribadito che l’intervento delle forze dell’ordine nell’ambito degli istituti è condizionato alla richiesta dei dirigenti scolastici, che naturalmente hanno la responsabilità”.
“Quando ci sono queste richieste noi dobbiamo intervenire, ma non ha nulla a che vedere con problematiche legate al terrorismo. È una normale dialettica rispetto a responsabilità in capo ai dirigenti scolastici e alle forze dell’ordine”.
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Tuttavia, relativamente all’occupazione del liceo Alberti di Firenze, bisogna dire che gli agenti della Digos che hanno fatto irruzione nella scuola, fotografato e identificato i ragazzi, non sono stati chiamati dalla preside.
“Forse è proprio per evitare un problema in più in città, che il questore ha ordinato lo sgombero”, cercano una spiegazione i ragazzi della scuola fiorentina.
L’occupazione delle scuole però, da alcuni anni a questa parte, appare come una sorta di liturgia d’autunno. Un esercizio muscolare degli studenti che alcuni dirigenti tollerano, altri rispediscono al mittente.
Come la preside dell’Alberti di Firenze che ha presentato denuncia per interruzione di pubblico servizio, ma, dice la dirigente «non avevo fatto esplicitamente richiesta di sgombero. È un reato per cui si procede d’ufficio, la polizia ha valutato l’intervento in autonomia».
In ogni caso non si occupa solo a Roma e Firenze.
A Bologna, all’Isart (Istituto Artistico) «dalle ore 22 del 23 novembre un gruppo di studenti “insieme ad alcune persone esterne” ha fatto intrusione nella scuola e ha affermato di averla occupata».
Tensioni al Cannizzaro di Palermo, dove alcuni ragazzi hanno messo le catene ai cancelli per impedire l’accesso ed è intervenuta la Digos. Ma nel capoluogo siciliano sono stati occupati anche l’Emanuele Basile, l’alberghiero Borsellino, il Nautico, il Garibaldi, il Vittorio Emanuele III. E da martedì anche Iiss «Ferrara» e il liceo «Benedetto Croce».
A Giugliano, in provincia di Napoli il liceo De Carlo, l’Itis Galvani e il Manzoni.
A Brindisi, lo Scientifico Fermi e il Classico Marzolla.
A Roma, la contabilità mutevole delle occupazioni elenca il Socrate, il Cannizzaro, il Nomentano, l’Alberti, il Ruiz.
Gabriele Toccafondi, parlamentare Ncd, fiorentino e sottosegretario all’Istruzione, ha commentato su Facebook: «È irragionevole arrivare all’occupazione». E ai ragazzi ha spiegato che «il pugno duro resisterà» per casi analoghi, «così come persiste il dialogo». Esorta gli studenti a parlare, fare assemblee, ma – dice – « fate con la vostra testa e non fatevi guidare da cattivi maestri».
Ricordiamo però che l’anno scorso Davide Faraone aveva definito le occupazioni «una lotta all’apatia, esperienze di grande partecipazione democratica», sollevando sdegno e richieste di dimissioni da parte di gruppi di presidi e genitori.
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