Si sono concluse a Cesenatico le finali nazionali delle Olimpiadi di matematica alle quali hanno partecipato oltre 150.000 studenti provenienti da 15.000 scuole italiane. Un diciottenne vicentino – come riportato da Il Resto del Carlino – è il vincitore della gara individuale. Nella competizione a squadre ha vinto il liceo Galilei Ferraris di Torino che per la seconda volta consecutiva si aggiudica il primo posto.
I migliori piazzati a livello di punteggio parteciperanno, all’inizio del prossimo mese di luglio, alle Olimpiadi internazionali di Matematica che quest’anno si svolgeranno a Tokyo.
Le finali nazionali delle Olimpiadi della Matematica si svolgono regolarmente in Italia dal 1985 e sono organizzate dall’Unione Matematica Italiana su mandato del ministero dell’Istruzione e del Merito: gli studenti si sono sfidati per individuare tecniche creative con cui risolvere problemi matematici inediti e ideare nuove dimostrazioni. Il quotidiano La Stampa sottolinea l’importanza dell’iniziativa, che tra gli scopi ha quello di avvicinare gli studenti al tipo di problem solving che un matematico di professione incontra nel suo lavoro e di mostrare ai ragazzi una matematica diversa e più interessante di quella in cui bisogna applicare formule in maniera meccanica. E di questo, oggi, si sente decisamente il bisogno: l’anno scorso, infatti, una ricerca internazionale dell’Università canadese dell’Ontario ha stabilito che l’ansia da matematica esiste e si manifesta sostanzialmente ovunque. Non solo: questo genere di ansia è perfino contagioso, e si propaga nella stessa classe o nello stesso istituto scolastico. Molti fanno esperienza di disagio quando si confrontano con un problema matematico. Alcuni sperimentano perfino un disagio fisico. In breve, l’ansia da matematica ha un impatto negativo sul profitto in matematica e può influenzare l’esperienza e l’interazione col mondo.
Rimanendo in casa nostra, basta analizzare i dati INVALSI per comprendere la disaffezione dei nostri giovani verso la matematica: solo il 56% degli studenti di terza media raggiunge un livello di competenze considerato adeguato. E le cose non cambiano alle superiori, dove nelle classi seconde solo il 54% raggiunge la soglia di accettabilità.
Sulle cause di questo rapporto conflittuale tra studenti e matematica, si sono recentemente interrogati il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, il Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, il presidente dell’Unione Matematica Italiana e altri ospiti qualificati, durante un incontro organizzato dall’Accademia dei Lincei.
Soluzioni? Secondo il prof. Parisi – come riportato da AdnKronos – i ragazzi devono poter toccare con mano. Non si parla abbastanza dell’importanza di laboratori scientifici a disposizione degli studenti di tutte le scuole, dalle elementari alle superiori. Secondo il fisico Premio Nobel, i ragazzi devono provare in prima persona, perché in questo modo nasce una comprensione più profonda che verrà poi ricordata per il resto della vita.
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