Straordinaria operazione culturale quella dell’editore Olschki di Firenze che pubblica, scritto, curaro e scoperto da Riccardo Gandolfi, archivista presso l’Archivio di Stato di Roma e raffinato storico dell’arte, il testo integrale di Gaspare Celio: “Le vite degli artisti. Compendio delle Vite di Vasari con alcune altre aggiunte”, corredato da un apparato critico che ne facilita la consultazione.
Un’opera, quella di Gaspare Celio, pubblicata per la prima volta e che, non solo fa scoprire artisti poco esplorati dagli storici, perché poco descritti, ma restituisce pure note caratteristiche, biografie, pitture di maestri meravigliosi come Caravaggio e che Giorgio Vasari, nel suo “Vite dei più eccellenti architetti pittori et scultori italiani”, aveva trascurato.
Per Celio (1571-1640) infatti gli scritti di Vasari sono troppo toscanocentrici e dunque vengono messi in ombra, con artifici e manomissioni, non solo parti e squarci di vita dei maggiori artisti, ma anche la gloriosa tradizione romana, gli esempi coevi che niente hanno da invidiare a quelli fiorentini, anzi. Noto già agli studiosi, tuttavia del manoscritto di Gaspare Celio si erano perdute le tracce, fino a quando Riccardo Gandolfi, scopre, con la data della prima edizione, 1614, questa grande opera enciclopedica e biografica degli artisti italiani, attivi tra il XVI e il XVII secolo, nello Stonyhurst College in Inghilterra.
Dunque una scoperta straordinaria per le numerose informazioni inedite e le puntualizzazioni che si intercettano, che però vengono, da Gandolfi, comparati con altri testi e documenti, nonché con tutta la rete di contati che Celio adoperò per realizzare la sua opera, certificando così l’attendibilità e il rigore storico e metodologico del manoscritto.
Intensa la furia polemica e ampi gli squarci di critica, con talvolta persino il proposito di ridicolizzare Vasari che avrebbe scritto, oltre che “pro domo sua”, senza considerare aspetti determinanti anche nei confronti di artisti come Michelangelo che addirittura avrebbe distrutto, per nasconderle ad altri contemporanei, pitture romane a cui si era ispirato.
“Un compendio alle Vite” del Vasari, con rettifiche e chiose ragionate, che potrebbe rivoluzionare l’interpretazione di alcune parti della storia dell’arte, a cominciare, oltre cha da Michelangelo, anche da Raffaello e Caravaggio, soprattutto, amato particolarmente dallo scopritore.
Che non è cosa da poco, viste pure le tante incertezze di attribuzione di opere significative a determinati autori, insieme alla più netta lettura di taluni dipinti negli spazi temporali dovuti e alla loro fonte di ispirazione.
Testo dunque utile per i docenti di storia dell’arte, ma anche per gli insegnanti di letteratura italiana che così possono comparare ed esaminare anche pezzi di eventi legati alla pittura.
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