Categorie: Politica scolastica

Oltre 100 mila studenti e precari in piazza per lo sciopero sociale

Era stato annunciato da giorni ed è stato proprio così. Decine di migliaia di studenti, precari, giovani disoccupati, lavoratori hanno incrociato le braccia nella giornata dello Sciopero Sociale. Oltre 100.000 gli studenti che hanno manifestato in oltre 60 piazze di tutta Italia. Oltre 15.000 studenti che a Roma in due differenti cortei che hanno paralizzato la città, 10.000 a Milano, 5.000 a Torino e 20.000 Napoli in cortei che continuano a riversarsi lungo le strade della città. Molte migliaia a Bari, Bologna, Pisa, Salerno, Genova, Trieste. Da Nord a Sud studenti e precari insieme hanno invaso le città per chiedere più diritti e giustizia.

Durante il corteo ci sono state diverse azioni sui territori: occupazioni di centri per l’impiego e uffici per stage e tirocini, blitz all’interno dei job center. Le città sono state tappezzate di “curricola precari”; si segnalano anche presidi davanti a mense, uffici per il diritto allo studio, agli studentati e blocchi nelle maggiori arterie delle Città italiane. Sono solo una piccola parte delle azioni di questa mattina e che continueranno tutta la giornata.

Una grande giornata – dichiara  Riccardo La Terzadella Rete della Conoscenza – che ha dimostrato che gli studenti e i giovani di questo Paese sono radicalmente contrari alle politiche del Governo Renzi. Il Jobs Act sta distruggendo i diritti di migliaia di persone, cancellando la possibilità di costruire un futuro senza precarietà. Lo Sciopero Sociale di oggi è la dimostrazione che c’è una generazione che non vive di slogan e retorica, ma che vuole cambiare la propria vita e migliorare le proprie condizioni. Chiediamo un reddito per tutti per uscire dalla precarietà e non una riforma del lavoro che livella il mondo del lavoro abbassando i diritti verso il basso, anziché migliorare le condizioni di vita di tutti.

“Abbiamo rovesciato i banchi nelle scuole in queste settimane per dire che non ci stiamo: nessuno decida del futuro della scuola senza gli studenti.  L’attacco alla scuola pubblica e ai saperi è arrivato al punto limite di una stagione di 10 anni di tagli – dichiara Danilo Lampis dell’UdS – e noi siamo in piazza oggi assieme ai precari della nostra generazione per ribadire il nostro “NO” alla buona scuola firmata Renzi. C’è un’idea assurda che lega cancellazione dei diritti e ingresso dei privati nelle scuole: l’idea di un Paese più ignorante e precario. Noi vogliamo invece costruire una scuola aperta a tutti, con risorse vere per il diritto allo studio e l’edilizia scolastica.”

“La nostra generazione vive una condizione di precarietà – dichiara Alberto Campailla di Link – a partire dall’università. Abbiamo lanciato in questi mesi una campagna “Io Voglio” che ha attraversato assemblee e momenti di partecipazione sui social, per ripensare l’accesso al lavoro degli studenti universitari. Vogliamo ridare possibilità agli studenti di decidere del loro futuro a partire da quello che studiano e non dalla precarietà che il governo sta costruendo con il Jobs Act. La cancellazione del diritto allo studio, i tagli, l’ingresso dei privati nell’università sta svuotando la qualità della ricerca e dei saperi. Un’università che perde ogni anno iscritti e che diventa un luogo sempre più elitario non permette lo sviluppo del Paese, divide il mondo tra chi può accedere all’università e chi no.”

La giornata del 14 Novembre non finisce con i cortei della mattina. Proseguiranno nel pomeriggio azioni legate al tema della precarietà della nostra generazione che segnaleranno la nostra contrarietà al Jobs Act. Dal pomeriggio fino a sera gli studenti e i precari continueranno il loro sciopero sociale, incrociando le braccia fino e testimoniando come la mobilitazione di oggi non è un semplice corteo di protesta ma il segno di una mobilitazione sociale che continuerà nei prossimi mesi se il Governo non farà un passo indietro.

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