Sono 202 i bambini morti in Ucraina dall’inizio della guerra e 361 sono rimasti feriti. Lo sostengono il Registro unificato delle indagini preliminari e dati dell’Ufficio del procuratore generale. In ogni caso si tratta di una stima, perché è impossibile stabilire il numero effettivo di bambini morti e feriti a causa dei combattimenti in corso nelle città ucraine.
E ancora. Circa 5.000 bambini sono stati “deportati” dalla regione di Mariupol in Russia dall’inizio dell’invasione russa: lo ha detto il presidente ucraino Vlodoyr Zelensky nel corso dell’intervista alla Cnn. “Circa 5.000 bambini sono stati deportati da questa regione nella parte della Russia perché non gli hanno permesso di andare nella parte dell’Ucraina”, ha detto Zelensky nell’intervista. Quei “bambini dove sono? Non lo sa nessuno”.
Nello stesso tempo, Papa Francesco, continua la sua missione di pace, chiedendosi: “Che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie?”.
Durante il Pontificato di Giovanni Paolo II, la Chiesa ha affermato che la guerra moderna non può essere giustificata con la dottrina della guerra giusta e il Papa scelse allora di condannare definitivamente la guerra. Oggi con Papa Francesco la Chiesa dice “no assoluto” alla guerra, chiedendo ai cristiani di aderire e condividere l’unico destino umano che va oltre gli interessi dei nazionalismi: “Mai più la guerra!” Sono un esempio i gesti che ne esprimono la portata simbolica, come la croce portata da Irina e Albina, due colleghe una ucraina e l’altra russa, oppure la Via Crucis del Cardinale Krajewski che si è inginocchiato davanti alle fosse comuni di Borodjanka.
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