Nel Veneto mancano 1823 docenti, mentre i neo docenti provenienti dal sud e assegnati a una scuola del Veneto per il prossimo anno sono 2295 di cui 681 per le scuole medie e 1614 per le elementari. Numeri difficili da isolare visto che per alcuni livelli di istruzione ancora non è dato sapere.
Contestualmente, scrive il Corriere del Veneto, 573 prof (170 per le medie e 403 per le elementari), hanno chiesto il trasferimento al Sud: professori che vanno e prof che vengono: «posto che a inizio anno scolastico sarà il consueto caos, va detto che pur rispettando i professori che si trovano a dover scegliere fra un posto di lavoro e la famiglia, non possiamo dimenticare i tanti loro colleghi che la strada verso il nord l’hanno già percorsa anche 15 anni fa, il loro desiderio di avvicinarsi a casa è legittimo. Infine, come è ormai evidente, le cattedre vacanti stanno a nord e gli esuberi del personale docente a sud, non ci sono soluzioni alternative», dice la CislScuola.
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Tuttavia c’è un altro punto su cui bisogna fare chiarezza, scrive il giornale: la procedura informatica del ministero che ha assegnato incarichi vicini a chi ha punteggi bassissimi e viceversa. Le proteste sono tante e tali che sì, si è ipotizzato un errore del sistema. La pezza, come si suol dire, è però peggio del buco.
«L’indicazione di presentare manualmente alla propria direzione scolastica regionale il ricorso – spiega la Uil scuola – è una follia. Alla riapertura dopo Ferragosto, gli uffici saranno sepolti da montagne di ricorsi cartacei». Burocrazia acrobatica in cui le proteste arrivano da fronti diversi.
La guerra fra poveri, come viene spesso descritta, fra neo docenti pescati dalla fatidica Gae (Graduatoria che l’Europa impone di «esaurire» sul serio stavolta) e docenti immessi in ruolo che hanno ingoiato il boccone amaro e hanno fatto le valigie verso il nord.
Intanto sembra che si sia creato un gruppo Facebook dove si cerca di scambiare cattedra tra i 5mila docenti iscritti.
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