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Oltre 2milioni di giovani guidano in stato di ebbrezza

Alcol e guida mettono a rischio un esercito di giovanissimi: circa 1 milione 400mila giovani maschi e 950 mila femmine sono da considerarsi potenzialmente esposti al pericolo per se stessi e per gli altri, nel caso in cui si mettano alla guida dopo aver bevuto un po’ troppo. Giovani che sono in questo caso, anche a rischio sanzioni. Il dato inquietante emerge dall’analisi delle abitudini dei ragazzi riferita al 2011 e realizzata dall’Istat e che l’Istituto Superiore di sanità (Iss) ha diffuso in occasione dell’Alcohol Prevention Day (APD), XII edizione della campagna di prevenzione promossa da Ministero della Salute, Osservatorio Nazionale Alcol Cnesps, Società italiana di alcologia, Aicat ed Eurocare.
Un rischio, né per la sicurezza stradale, né per la salute, che non riguarda il 41,8% dei ragazzi e il 59% delle ragazze, che non hanno consumato alcol. Percentuali evidentemente squilibrate. Un fenomeno che risulta ancora più rilevante con un’attenta rottura dello studio Passi 2010-2012 da cui emerge che l’11% degli intervistati (su un campione di popolazione aderente a 9594 Asl), dichiara di aver guidato sotto l’effetto dell’alcol con un minimo rilevato in Basilicata (11,1%) ed un massimo in Friuli (12,7%). Poi un dato “organizzativo”: se un terzo degli intervista dichiara di essere stato sottoposto a controllo da parte delle forze dell’ordine, soltanto l’11% ammette di essere stato sottoposto all’etilotest. Con un minimo registrato in Sicilia (6,9%) ed un massimo registrato nella Provincia autonoma di Trento (14,1%).
Rilevante appare anche la quota dei ragazzi di 11-15 anni che ha assunto alcolici negli ultimi 12 mesi: l’11,2% dei maschi e il 9,7% delle femmine. Già a partire dai 18-19 anni i valori di consumo si avvicinano a quelli della media della popolazione: nel caso delle ragazze sono più elevati (56,8%) del valore medio (51,8%) relativo alla popolazione femminile.
Il consumo di alcol, sottolinea l’Istat, cresce con l’aumentare del titolo di studio a partire dai 25 anni in su. E ciò avviene soprattutto tra le donne: tra quelle con la licenza elementare il consumo si attesta al 42%, per le laureate la quota raggiunge invece il 68%. Le differenze di genere, pur permanendo, diminuiscono all’aumentare del titolo di studio e anche a parità di età. Andamento inverso ha, invece, quello del consumo quotidiano, che risulta crescente al diminuire del titolo di studio, sia per gli uomini sia per le donne.

Redazione

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