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Oltre ai supporti tecnologici, molti candidati agli esami si dotano di santini ma anche di cianfrusaglie apotropaiche

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Se non dovessero bastare i sofisticati gadget multimediali inventati per copiare i temi scritti, se gli auricolari miniaturizzati risultassero inefficaci, se le classiche cartucciere poco sicure, se tutte le altre diavolerie messe in commercio per scopiazzare le prove scritte agli esami di stato fossero del tutto inutili e se infine proprio ogni scoperta umana e ogni umana possibilità dovesse risultare inefficace, l’unica cosa che rimane disponibile agli studenti è il sovraumano e come ultima spiaggia possibile persino il miracoloso.

L’abbiamo scritto altre volte, come gesto tra il sacro e il magico per superare le avversità o la sfortuna o la sfiga agli esami, è sempre in voga il ricorso al gesto apotropaico per allontanare gli influssi maligni, da cui appunto il bisogno di fornirsi di oggetti come amuleti sul tipo del corallo, di piccoli ferri di cavallo, di zampette di coniglio, benchè non pare siano scomparsi i gesti apotropaici più singolari, come toccar ferro o altro materiale nascosto fra i pantaloni. 

Ma oltre a questa gamma, diciamo così pagana e ancestrale, c’è quella legata alla divinità e in modo particolare al santo protettore, quello ad hoc, diciamo, anche perché, come è noto, ogni santo ha un suo particolare carisma per una particolare dottrina o un settore specifico. 

E a tempo di bisogno portare un cero a qualche santo non è cosa disdicevole, né un pellegrinaggio a piedi scalzi può essere inibente se il fine è il diploma, il fatidico pezzo di carta che finalmente toglie dalla scuola e consente l’agognato accesso all’università o nel mondo del lavoro, benché di questi tempi sia assai più difficile del titolo da conquistare. 

In ogni caso, non è opportuno affidarsi a un santo qualunque perché può essere una perdita di tempo, simile a una cartucciera senza i colpi, per cui è stata stilata una lista di beati a cui indirizzare proficuamente le preghiere, una sorta di calendario di alte personalità dei cieli dove la richiesta può con ogni probabilità trovare accoglimento, vista la loro specifica abilitazione. 

D’altra parte, in un paese che si regge notoriamente sulla raccomandazione, raccomandare a un santo il proprio esame di stato non sembra disdicevole, anzi si allinea perfettamente con la media nazionale, con la differenza che il santo al limite non chiederà mai un voto di scambio, né si presenterà per riscuotere la promessa annunciata, né tradirà la consegna del silenzio per il favore elargito, cosicché la religiosità prende il sopravvento e la fede improvvisamente rinasce. 

Ma chi sono questi santi particolarmente attivi? 

Secondo un sondaggio che mai perde valore, i santi più influenti sarebbero: San Espedito da Militene, San Girolamo, San Luigi Gonzaga e San Giuseppe da Copertino sono le figure di riferimento che accorrono in aiuto degli studenti e degli esaminandi, mentre San Pio da Pietralcina e San Luigi Gonzaga sono i protettori dei giovani. 

Come si vede c’è solo l’imbarazzo della scelta, benché i favori vadano per San Giuseppe da Copertino, indicato come il protettore per eccellenza degli studenti perché venne ordinato sacerdote dopo avere superato gli esami ai quali si preparò in età matura e con lo scopo di farsi frate. 

Poi c’è San Gerolamo, illustre Padre della Chiesa, traduttore della bibbia in latino e quindi protettore degli eruditi e degli intellettuali che però forse pretende qualche sacrificio in più nello studio. 

Nell’elenco anche San Pio da Pietralcina protettore degli adolescenti, come lo sono tutti i maturandi, e poi San Luigi Gonzaga che protegge la gioventù. 

E se tutta questa schiera di santi non bastasse, c’è persino la “preghiera” specifica per ogni santo, la cui immagine però è bene portarsi appresso con i pizzini degli appunti, le cartucciere, la penna con videocamera e microfono, l’orologio-computer, il secondo telefonino e altre apparecchiature per non farsi mancare nulla, insomma,  e contrastare le  avversità, sempre imprevedibili, agli esami.