l Governo Renzi è ormai operativo da oltre un mese, ma per quanto riguarda la scuola siamo ancora fermi ai provvedimenti presi dall’ex ministro Maria Chiara Carrozza.
Il nuovo responsabile del Miur in questo mese dal suo insediamento a viale Trastevere ha solo rilasciato interviste a mezzo stampa, ma non ha ancora preso dei provvedimenti concreti, che non siano quelli già avviati dal suo predecessore.
Eppure la scuola avrebbe tanto bisogno di provvedimenti concreti ed urgenti, invece siamo fermi ad ascoltare le esternazioni pubbliche fatte dal ministro Stefania Giannini. Ripetutamente il Ministro continua a dichiarare che è giunta l’ora di valorizzare gli insegnanti che lavorano meglio e che sono più disponibili, mentre critica pesantemente i sindacati, ritenendoli responsabili dello status quo.
Per il ministro Giannini i sindacati sono colpevoli di tutelare il minimo sindacale per tutti i docenti, impedendo di fatto di concentrare le risorse economiche disponibili per incentivare le carriere degli insegnanti meritevoli.
Affermazioni forti che rischiano di impedire un normale e produttivo confronto per un giusto rinnovo contrattuale, che – lo ricordiamo – è bloccato dal 2006. Gli insegnanti, secondo l’attuale responsabile del Ministero dell’istruzione, non sono tutti uguali e quindi non possono e non devono avere un contratto unico che li inquadri allo stesso modo. Per il ministro Stefania Giannini bisogna marcare le differenze e creare delle categorie di appartenenza in cui inquadrare gli insegnanti, i bravi e i meritevoli devono essere premiati e coloro che non sanno insegnare e non fanno il loro dovere devono essere puniti. Quindi si profila all’orizzonte il tramonto di quell’egualitarismo di carriera, voluto, secondo il parere della ministra Giannini, dai sindacati scuola, mentre dovrebbe nascere un nuovo stato giuridico degli insegnanti dove emergerà qualcuno particolarmente meritevole, mentre gli altri resteranno a guardare. Dichiarazioni, quelle del ministro, anche condivisibili in linea di principio, ma poco realizzabili soprattutto se la selezione del prof bravo e di quello fannullone è lasciata alla soggettiva discrezionalità del dirigente scolastico. Eppure il Ministro Stefania Giannini insiste su questo tasto del merito, rilasciando diverse interviste su questo tema, tralasciando le tante urgenze che restano insolute. Quali sarebbero queste urgenze? Ad esempio nessuno si sta più occupando di riordino delle classi di concorso, tanto che gli organici delle singole istituzioni scolastiche vengono fatti con norme transitorie, insistendo con l’utilizzo delle classi di concorso atipiche. Perché il Miur non affronta seriamente e definitivamente questo concreto problema? Incombe anche l’annoso problema del precariato storico da inserire in ruolo, che potrebbe aggravarsi definitivamente con l’attesissima sentenza della Corte di giustizia europea del prossimo 27 marzo. Anche su questo punto il Miur sembra aver deciso di non decidere, tanto che il ministro Giannini ha dichiarato: oggi sono circa 170mila i precari di varie tipologie, che hanno ancora bisogno di una soluzione, per i quali non è però prevista la strada della stabilizzazione come pacchetto totale.
Occorre invece – aggiunge ancora Giannini – fare in modo di smaltire questa piaga tutta italiana e avviare un reclutamento che non sia a singhiozzo e consenta a tutti i giovani che vogliono fare questo lavoro di farlo se hanno titoli e meriti.
Il Miur non ha nemmeno risolto il grave errore della legge Fornero che ha visto bloccati in servizio ingiustamente 4000 dipendenti della scuola che sarebbero dovuti andare in pensione nel 2012 con le vecchie regole. Mentre la scuola naufraga nei suoi problemi irrisolti senza che nessuno prenda dei provvedimenti, si continua a parlare astrattamente di docenti meritevoli da premiare e di docenti fannulloni da punire. Ma non ci aveva già pensato Brunetta?
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