I lettori ci scrivono

Omaggio in rima alla didattica ormai dimenticata

E chiese la Didattica

“Perché non posso stare?”

Con infima dialettica

rispose ogni Progetto:

“tu te ne devi andare,

noi non abbiam rispetto

perché non sei importante!”.

Salì l’indignazione:

ma come? Era aberrante!

Così era sempre stato:

aveva l’attenzione

di tutti in Istituto!

Lei era la regina

dal preside ai bidelli,

lei era la “divina”

pei banchi e pei cervelli.

Al PCTO disse:

“Non puoi cosi cacciarmi!”,

ma lui mostrò orgoglioso

le norme come armi

con cui, come un rapace,

con fare altezzoso,

s’assise in sua vece

su cattedra, ambizioso.

L’INVALSI era capace

di fare stessa cosa

e a suo diritto pose

all’UE di adeguare

il nostro bel sapere.

Didattica, sdegnata,

teneva in grande conto

la strada assai in salita

in fine ottocento

di un novello Stato

che in modo estenuante

aveva allor lottato

per cancellar dal volgo,

da poco unificato,

l’ignobile “non so”

e l’indistinta croce

che a firma dava voce.

S’accorse inorridita

che Incontri e Conferenze

al posto suo, bandita,

le mille conoscenze

a scuola millantavan

e gli Analfabetismi

con fare da fantasmi

a galla ritornavan.

Interpellò le Gite,

Spettacoli teatrali

ed i Tornei sportivi,

gli Incontri editoriali,

le Settimane bianche

e quelle in barca a vela….

Ma avevano obbligate

le date e le durate….

E ancora sconcertata

fu relegata in angoli,

pur sempre spintonata

in fondo a neri vicoli.

Persin la Cogestione

da tutti era invocata

e più della Didattica

avea l’approvazione!

E ogn’altra attività

ancella o cadetta

prendeva il posto innanzi

seppure era negletta:

la nobile Didattica

aveva solo avanzi.

E quindi al Ministero

alfin lei si rivolse

pensando di parlare

con le persone colte.

Laggiù in vial Trastevere

dei molti onorevoli

taluni eran dimentichi

di lei, o sfavorevoli;

talaltri non l’avevano

mai vista e conosciuta

in quanto in lor carriera

non l’hanno mai incontrata,

poiché a lor politici

non servono mai titoli

né certificazioni

ma solo delle masse

le larghe approvazioni.

E quindi non curanti

del sacro insegnamento

aspirano soltanto

ad un volgar consenso.

Misura era colma

e con felin ruggito

si espresse senza calma

lei con parlar forbito

in un tremendo monito:

“Attenti a voi, o stolti,

saggezza e pur dottrina

da sempre son passate

sotto codesta lima.

Memoria rivolgete

al vostro vil passato,

a quando eravate

in condizion ben povera

ed oppressione misera

di laida ignoranza

che inetti vi fe’ inver

a ogni rimostranza

e a sceglier o pensar,

e sol vi rese liberi

di abbassare il capo

di dir di sì alle guerre

di sottoporvi al giogo

di despoti e invasor.

Badate, senza me

voi tutti mai potrete

coi popoli emergenti

paragonar le mete

chè tanto cari hanno

riscatto e dignità

e in prima fila pongono

scuole e università.

Se, miseri, credete

che il conto mio sia vasto

sostate e poi vedrete

dell’ignoranza il costo!”

Eva Battiloro

I lettori ci scrivono

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