Dobbiamo dirlo: non condividiamo l’attacco frontale levatosi da più parti contro il “Corso sull’esorcismo e la preghiera di liberazione” (“Iniziativa formativa ID.26222”), promosso dall’”Ateneo Pontificio Regina Apostolorum – UPRA” e disponibile sulla piattaforma online SOFIA del MIUR. Prima di tutto la partecipazione al Corso viene concessa per la modica cifra di € 400,00 (dunque alla portata di chiunque, visti i lauti stipendi di cui i docenti italiani godono grazie alle promesse mantenute di tutti i Governi). Inoltre, in un’epoca in cui il Male alligna insidioso nelle aule delle Scuole, imparare a riconoscere il Maligno è una competenza trasversale innegabilmente essenziale per poter insegnare. Grazie a questo Corso la vita dei docenti italiani potrebbe finalmente cambiare.
Anzitutto cambierà la prospettiva. I docenti italiani attribuivano i propri mali all’impiegatizzazione della figura dell’insegnante, conseguente al D.Lgs. 3/2/1993, n. 29, che li ficcò nel Pubblico Impiego (malgrado non fossero impiegati esecutivi) e introdusse la figura del Preside “datore di lavoro”. Niente di più erroneo, perché in realtà anche l’impiegatizzazione altro non è se non opera di Belzebù. Il corso insegnerà riconoscere il Nemico e a sopportare il Preside-manager con cristiana rassegnazione.
I docenti italiani s’illudevano d’aver capito che la cosiddetta “autonomia scolastica” (L. 59 del 15 marzo 1997) fosse in realtà l’autonomia del “Dirigente Scolastico” e l’origine del suo attuale strapotere. Il corso insegnerà loro che il Nemico non è carne e sangue, e che si può combattere solo con la preghiera e con l’aiuto di Santa Romana Chiesa, che tutto può.
Credevano i docenti che la L. 13 luglio 2015, n. 107 (spiritosamente definita “Buona Scuola” da Matteo Renzi e fan), istitutiva dei superpoteri ai Dirigenti Scolastici, fosse la piaga da curare, e che il Movimento 5 Stelle l’avrebbe curata abolendola, come promesso in campagna elettorale. Inganni di Scarmiglione, Rubicante e Malacoda, demoni che finora i docenti credevano inventati da Dante Alighieri, ma che, grazie al Corso, impareranno a riconoscere.
Detto ciò, davvero non si comprendono gli attacchi politici e giornalistici che contro questa lodevole iniziativa si sono levati da ogni parte. Cosa c’è di più utile del poter risolvere radicalmente, con una semplice preghiera di liberazione, con una pacifica imposizione di mani, gli annosi e terribili problemi che sempre più affliggono le patrie aule scolastiche?
Dopo aver seguito questo santo Corso, i docenti sapranno affrontarli con più sicurezza. Non entreranno più nel panico quando sentiranno coniugare dai propri studenti di Liceo Classico i verbi italiani in modo fantasioso. Non rabbrividiranno all’udire che il passato remoto del verbo “resistere” è per loro «io resistì»; che quello di correre è “io corretti”; che il passato prossimo di essere è “io ho stato”; che Achille è chiamato Pelide perché “figlio di pelo”; che «se non avrei studiato glielo direi». Basterà imporre le mani sul capo dello sventurato discepolo ed ordinare «Esci da questo corpo!» per vedere finalmente coronati i propri sforzi didattici, prima totalmente inani.
Al leggere le bizzarre frasi senza senso con cui molti allievi sostengono di aver “tradotto” le versioni di latino e greco, basterà minacciare col Santo Crocefisso i demoni, per liberare i discepoli dagli immondi spiriti che li costringevano scrivere frasi in lingue sconosciute (fenomeno noto come glossolalia o xenoglossia).
Un insegnante ci ha scritto disperato perché, nonostante tutti i propri sforzi per convincere gli alunni a studiare il latino e a non fingere di tradurre le versioni scrivendo frasi a casaccio, continuava a leggere negli elaborati frasi assolutamente preterumane come queste: «Caio venne a conoscienza [sic!] di alcun nemico già per la sua grande rovina»; «Questa cosa di cui uno è l’autore rimaneva presso parecchi e si comunicava l’un l’altri [sic!] Curione, convocata un’assemblea riguardo la causa per tali cose, con legati e tribuni cominciò a consultare l’esercito riguardo il potere». La disperazione del professore nasceva soprattutto dall’assoluta convinzione dei poveri fanciulli (sedicenni) che le suddette frasi avessero un senso logico. Evidenti inganni del demonio.
Un’altra tristissima docente ci ha scritto che i genitori di una sua alunna, di fronte alla pagina internet da cui la ragazza aveva copiato pari pari la versione di latino (compresi gli errori), sostenevano che l’identità tra copia e modello era frutto del caso, e che la loro studiosissima figlia era vittima della docente. Potenza del Maligno!
Insegnanti, accorrete dunque numerosi ad apprendere l’arte dell’esorcismo! La Scuola italiana tornerà all’aurea aetas, e tutti i problemi troveranno soluzione. Per omnia sæcula sæculorum. Amen.
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