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Omicidio Caserta, morto 43enne: a spingerlo e fargli sbattere la testa uno studente 17enne dopo un rimprovero

Un fatto assurdo ha avuto luogo nel casertano, nel comune di Cellole. Un ragazzo, studente di 17 anni iscritto al quarto anno in un istituto professionale, ha reagito molto male ad un rimprovero di un uomo tanto da spingerlo e farlo cadere a terra. Quest’ultimo, purtroppo, ha sbattuto la testa ed è morto. A riportarlo Il Corriere della Sera.

I futili motivi della discussione degenerata

L’uomo, quasi 43 anni, è deceduto ieri, 18 giugno, a causa della commozione cerebrale dopo otto lunghi giorni di terapia intensiva. Tutto è avvenuto il 9 giugno: l’uomo ha rimproverato il giovane in quanto stava consumando noccioline ed arachidi nei pressi dell’ingresso della sua concessionaria d’auto lasciando i gusci in terra.

Da qui è nata una discussione tra i due, finita a spintoni. A redarguire il 17enne, per prima, era stata la compagna della vittima, dalla quale l’imprenditore ha avuto tre bambini. Lui era sul balcone di casa, che si affaccia proprio sull’ingresso della concessionaria. È sceso giù ed ha preso le parti della compagna, a quel punto sono cominciate a volare parole grosse. L’uomo, dopo l’impatto, ha riportato una frattura della base cranica

Il giovane è ora indagato

Il 17enne è uno studente che non è mai stato protagonista prima di atti violenti, risse o altri colpi di testa. Proviene da un nucleo familiare descritto “tranquillo”, gente umile ma mai coinvolta in precedenza in fatti di cronaca. E difatti è uno studente in corso con gli anni. Ma dopo il decesso dell’imprenditore il capo d’imputazione nei suoi confronti, che era di lesioni gravissime, potrebbe mutare in omicidio preterintenzionale o colposo a seconda delle valutazioni e delle attenuanti che vorranno concedere i giudici minorili. Al momento è solo denunciato e affidato ai suoi genitori. 

Insofferenza verso l’autorità?

Si tratta dell’ennesimo caso di violenza perpetrata da un giovane: sono in molti in questo periodo a interrogarsi sul fragile stato psicologico dei ragazzi di oggi, spesso autori di atti di bullismo o aggressioni nei confronti delle figure autoritarie come genitori e docenti.

Del rispetto nei confronti degli insegnanti ne ha parlato più volte il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: “Un tema che mi sta a cuore è l’autorevolezza e il rispetto dei docenti e di tutto il personale della scuola. Bisogna inserire nelle scuole la cultura del rispetto. Per ridare rispetto e autorevolezza non possiamo esimerci dal riesumare un concetto che è stato purtroppo cancellato dalla società confondendolo con la sua deriva negativa, il principio di autorità, che non c’entra nulla con l’autoritarismo. Questo è una deriva antidemocratica del principio di autorità, che invece esiste in ogni democrazia. Chi non comprende che il principio di autorità è alla base di ogni democrazia non ha capito nulla. Senza l’autorità, legittima e democraticamente costituita, non c’è un buon funzionamento della democrazia. Purtroppo bisogna superare un portato negativo del Sessantotto, che rinnega l’autorità”, ecco le sue parole.

Redazione

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