Omofobia e bullismo a scuola: risoluzione per contrastarli
Una risoluzione per promuovere nelle scuole progetti educativi e formativi con il preciso intento di contrastare atteggiamenti di omofobia e bullismo: è quella approvata dalla Commissione Cultura e pubblica istruzione della Camera per cercare di ottenere un reale riconoscimento differenze.
Presentato da Alba Sasso (Sd) e sottoscritto da Pietro Folena (Prc), che è anche Presidente della stessa Commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni (Ds), Franco Grillini (socialista) e Titti De Simone (Prc), il documento intende impegnare il Governo a favorire la diffusione nel mondo della scuola di specifici progetti educativi, preventivi e di ricerca, realizzati con la collaborazione delle associazioni dei genitori che operano in questo settore. Ma anche a promuovere e sostenere progetti culturali e formativi che contribuiscano, al di là di ogni generico richiamo alla ‘tolleranza’, alla diffusione del rispetto e della cultura del riconoscimento delle differenze.
Dal testo della risoluzione si evince come i firmatari del documento intendano soprattutto tutelare le differenze “di genere, e delle diversità” e dire basta “alla diffusione di un clima di prevenzione del bullismo e di ogni tipo di violenza, in particolar modo esperita nei confronti dei minorenni”. Nelle premesse, non a caso, viene esplicitamente ricordato il deplorevole fatto accaduto durante lo scorso anno scolastico riguardante il “drammatico suicidio dei giovane studente dell’istituto Sommelier”. Anche al fine di migliorare la sensibilità del personale docente, la risoluzione intende coinvolgere gli insegnanti docenti della scuola italiana auspicando la realizzazione “su tali temi di progetti di formazione”.
Soddisfatta l’onorevole Sasso, che commenta come “nel nostro paese esista ancora una cultura machista che marchia l’omosessualità come una colpa, come una condizione di inferiorità, un motivo di esclusione. A farne le spese, troppo spesso, i minorenni, vittime di dileggio e di derisione, quando non di vere e proprie aggressioni fisiche”. E dunque, secondo l’esponente di Sinistra Democratica, “contro l’intolleranza, prima ancora che le misure disciplinari, servono l’educazione e la cultura: servono percorsi formativi che vanno pianificati e costruiti in maniera partecipata e condivisa dalle istituzioni scolastiche, dalle famiglie, dagli studenti”.