Mentre le piazze si dividono sul ddl Cirinnà, troppi giovani ancora parlano di atti omofobi da parte di insegnanti e compagni.
Uno studente su 3, pubblica l’Ansa, racconta di non aver mai affrontato il tema dell’omosessualità a scuola, e peggio uno su 7 svela che quando gliene hanno parlato, i suoi prof l’hanno definita una malattia. Tra i banchi di scuola dunque l’argomento sulle appartenenze sessuali sarebbe ancora tutto un tabù e se uno studente su 5 scoprisse di essere gay non ne parlerebbe con nessuno. Probabilmente tutto è ricollegabile a quell’uno su 3 che denuncia casi di omofobia da parte di docenti e compagni a scuola.
Il 33% dei ragazzi che ne denuncia casi a scuola ha detto di non aver fatto niente per reagire, mentre per i casi di omofobia online (9% del totale) il 54% dice essere rimasto al di fuori. Se quindi si avessero dubbi sulla propria identità sessuale, circa uno studente su 5 si chiuderebbe nel più assoluto silenzio.
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Le ragazze invece, se dovessero rendersi conto di essere omosessuali, sarebbero disposte in una percentuale superiore alla media a confidarsi con i genitori e avrebbero meno problemi nel coming out. Al contrario dei ragazzi che si chiuderebbero in se stessi.
Allo stesso modo, si legge su Ansa, le ragazze dimostrano una maggiore sensibilità sul tema, rispondendo con più reattività di fronte ai casi di omofobia: oltre a dare più importanza a questi episodi si mostrano pronte più dei maschietti a prendere posizione contro di essi.
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