Home Archivio storico 1998-2013 Ordinamento On. Anita Di Giuseppe sul caso dei licei sportivi

On. Anita Di Giuseppe sul caso dei licei sportivi

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Benché in ambito scolastico molti abbiano accolto con soddisfazione la possibile nascita di un liceo sportivo, ad una lettura più attenta dell’articolato è sopraggiunto il disappunto e la delusione, segnalato da più parti tra i docenti e le professionalità della scuola, per le scelte operate nel delineare le caratteristiche delle sezioni ad indirizzo sportivo; infatti il liceo sportivo è il risultato di vari fattori e non può essere limitato”, dichiara il deputato IdV.
Quale ricerca pedagogica può giustificare la scelta di un modello culturale di liceo che tra gli altri possa essere ritenuto il più adatto per un indirizzo sportivo? Le normative vigenti circa l’autonomia delle istituzioni scolastiche, anche dopo l’eventuale approvazione della presente bozza di D.P.R., consentiranno a qualunque scuola di pianificare, a livello progettuale, un percorso curriculare simile a quello in esame. Perché non regolare il settore con più lungimiranza istituendo un liceo sportivo vero e proprio? Nell’attesa di maggiore chiarezza ho presentato un’interrogazione al Miur, esponendo il caso”- conclude l’on. Di Giuseppe.
 
Atto Camera
 
Interrogazione a risposta scritta 4-16550
presentata da
ANITA DI GIUSEPPE
mercoledì 13 giugno 2012, seduta n. 649
DI GIUSEPPE e ZAZZERA.
 
Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
 
Per sapere – premesso che:
 
con decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 15 marzo 2010, all’articolo 3, si prevede la riorganizzazione dei percorsi ad indirizzo sportivo;
con schema di decreto del Presidente della Repubblica «regolamento di organizzazione dei percorsi della sezione ad indirizzo sportivo nel sistema dei licei, a norma dell’articolo 3, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89», trasmesso, tra gli altri destinatari, anche al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca dal dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri – conferenza unificata, in data 12 ottobre 2011, è stato previsto l’inserimento della sezione ad indirizzo sportivo nel percorso del liceo scientifico;
nella stesura della prima bozza del decreto del Presidente della Repubblica era prevista l’attivazione di una sezione ad indirizzo sportivo in qualsiasi istituto scolastico a patto che esso disponesse di impianti, laboratori e attrezzature adeguate;
in relazione allo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante «regolamento di organizzazione dei percorsi della sezione ad indirizzo sportivo nel sistema dei licei, a norma dell’articolo 3, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89», in ambito scolastico molti hanno accolto con viva soddisfazione la nascita di un «liceo sportivo» che permette il conseguimento di uno specifico titolo di studio. Ma ad una lettura più attenta dell’articolato è sopraggiunto il disappunto e la delusione, segnalato da più parti tra i docenti e le professionalità della scuola, per le scelte operate nel delineare le caratteristiche delle «sezioni ad indirizzo sportivo»;
un “liceo sportivo” è il risultato di vari fattori, quali una cultura diffusa nel territorio e nell’istituzione scolastica, la presenza di strutture e professionalità qualificate e sarebbe stato auspicabile che le numerose esperienze, diffuse in tutto il territorio nazionale, fossero considerate, alla luce dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, delle vere e proprie sperimentazioni che in ogni caso hanno fatto da apripista all’attuale normativa;
l’attribuzione esclusiva della «sezione ad indirizzo sportivo» al corso di studi del liceo scientifico, oltre a penalizzare le predette esperienze nello specifico settore, non è pienamente rispondente agli standard di apprendimento definiti nelle indicazioni nazionali testé approvate. Ci sono aspetti dello sport, come quelli sociologici, psicologici, giuridici ed economici, che hanno una loro naturale collocazione in un indirizzo liceale come per esempio l’opzione economico-sociale del liceo delle scienze umane;
questo percorso di studio, adeguatamente finalizzato, avrebbe avuto la stessa dignità culturale di quello recentemente approvato poiché le discipline presenti nel curricolo della «sezione ad indirizzo sportivo» sono le stesse presenti nell’opzione economico-sociale del liceo delle scienze umane e non sarebbe stato necessario, come invece si è dovuto fare, introdurre nel liceo scientifico una nuova disciplina come «diritto ed economia» non presente nell’indirizzo;
è stato modificato in modo significativo, al limite delle finalità proprie dell’indirizzo il piano di studi del liceo scientifico, tanto che nel quinquennio si è operata una diminuzione di quindici ore di latino, dieci ore di disegno e storia dell’arte e tre ore di filosofia;
non prevedere la possibilità di pianificare un «liceo sportivo», che abbia le stesse finalità indicate nell’attuale normativa, anche in altri indirizzi liceali potrebbe precludere ai futuri fruitori del percorso citato la possibilità di assecondare le proprie inclinazioni personali;
essendo lo sport un fenomeno interculturale, trasversale e altamente significativo di questa società, non è possibile ridurre il suo ambito culturale all’acquisizione di conoscenze in ambito matematico, fisico e delle scienze naturali presenti all’interno del liceo scientifico e non considerare invece che nell’opzione economico sociale esiste già la disciplina diritto ed economia e la cultura sportiva risulta pienamente integrata da discipline quali psicologia, sociologia, antropologia, metodologia della ricerca;
alla luce dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, persistendo la possibilità di continuare a livello progettuale il percorso già iniziato in tale ambito da diverse scuole, con una offerta formativa adeguata al profilo in uscita, la previsione del riconoscimento di un titolo di studio così rigidamente pianificato e cioè esclusivamente nell’ambito del liceo scientifico, avrà come risultato una contraddizione in termini: le esperienze frutto di autonomia, adeguatamente qualificate non avranno il riconoscimento giuridico conforme alla normativa, a differenza di quello strutturato sul liceo scientifico;
tra le esperienze documentate relative al liceo sportivo, degna di nota è quella sviluppata dal liceo «G. Vico» di Sulmona che ha attivato un progetto sportivo da circa un decennio ancorandolo all’inizio sul percorso del liceo delle scienze sociali e con la riforma dei licei sul percorso del liceo economico sociale; tale esperienza ha trovato ampio consenso da parte degli utenti, confermando un trend di iscrizioni tali da garantire circa 400 alunni diplomati in dieci anni; il liceo «G. Vico» ha dimostrato la sostenibilità del progetto in piena autonomia, attingendo principalmente alle risorse professionali e progettuali interne e ad una pianificazione che ha permesso di mettere in moto le risorse tecniche, culturali e strutturali del territorio; il progetto avviato, negli anni è diventato un modello di valore sul piano organizzativo, didattico ed economico, rappresentando un esempio di buone pratiche; tale progettualità e la formazione offerta hanno consentito di attrarre utenti provenienti da territori e bacini diversi e avviare di conseguenza un ciclo virtuoso sul piano di maggiori opportunità lavorative per la stessa istituzione scolastica;
se il Ministro interrogato non ritenga porre in essere tutte le necessarie azioni che possano portare alla modifica e al miglioramento dell’attuale regolamento nella direzione di favorire le propensioni individuali alla scelta di un percorso di formazione e istruzione, con la certezza che l’intento della presente normativa sia quello di qualificare l’offerta formativa nel campo motorio e sportivo;
se non si ritenga, inoltre, necessario istituire un tavolo tecnico di approfondimento sulle tematiche esposte in premessa. (4-16550),