Cresce la voglia di riscatto di un’importante fetta dei ragazzi italiani: sono giovani propositivi, attivi, fiduciosi nel futuro, che credono nel valore dell’educazione scolastica e nell’apertura internazionale. Sconfessando l’etichetta dei “mammoni” italiani, rappresentano un “esercito” quei 6.300 studenti (il 25% in più rispetto solo all’anno scorso) che quest’anno hanno partecipato alle selezioni di Intercultura, onlus che dal 1955 promuove i programmi scolastici in più di 60 Paesi di tutto il mondo.
In palio, per l’anno scolastico 2013-14, 1.800 posti per studiare un periodo di tempo all’estero (un migliaio per un intero anno scolastico), circa 200 in più rispetto all’anno scorso, e con un aumento di 1.100 e passa unità in confronto ai 682 partiti nell’anno 2000.
I dati, forniti in occasione del Convegno “Il Corpo e la rete, strumenti di apprendimento interculturale” organizzato dalla Fondazione Intercultura (Firenze, 28 febbraio – 2 marzo – www.corpoerete.org), denotano l’affermazione di un crescente atteggiamento cosmopolita da parte dei giovani italiani. Con ben 60 Paesi meta destinazione.
Ma non c’è solo America: non si va all’estero per apprendere una nuova lingua, ma per imparare a conoscere e a confrontarci con culture diverse dalla nostra. E’ boom di scelte per i Paesi emergenti dell’America latina e dell’Asia: quest’estate partiranno alla volta dei Paesi latino-americani il 22,1% degli studenti (l’anno scorso erano il 21%, nel 2000 il 7%). I Paesi asiatici sono meta di studio quest’anno del 13,7% dei ragazzi (l’anno scorso erano l’11%, nel 2000 solo l’1%). Un altro 22,1% ha scelto Canada e USA, il 34,6% i diversi Paesi dell’Europa, Paesi balcanici e Turchia compresi, il 5,2% Australia e Nuova Zelanda, il 2,3% l’Africa.
In questi Paesi gli studenti italiani, la maggior parte del terzo e del quarto anno di scuola superiore, accolti gratuitamente da una famiglia locale, impareranno sì una nuova lingua (il cinese, il russo, lo spagnolo, l’arabo, le lingue scandinave, rafforzando anche l’inglese come lingua veicolare), ma soprattutto svilupperanno quelle competenze che li aiuteranno ad avere una marcia in più nel mondo professionale e nelle relazioni interpersonali.
Secondo le ricerche di Intercultura e del network AFS Intercultural programs di cui l’Associazione è partner (ad esempio quella condotta dal Prof. Mitchell R. Hammer, docente all’American University di Washington, su 1.500 studenti) il risultato più importante di queste esperienze è quello di sentirsi a proprio agio in ambienti internazionali. Questo grazie allo sviluppo di una forte confidenza con la lingua straniera (il 12% raggiunge un bilinguismo perfetto e il 35% parla fluentemente una seconda lingua), all’aumento dell’interazione con altre culture (da un 9% prima di partire al 13% una volta rientrati), e della quota di amicizie con persone di altri Paesi (dall’11% a 23%). Infine, tra le competenze che vengono a svilupparsi, vi sono una maggiore capacità di adattabilità, di presa di coscienza delle opportunità, un maggior pensiero critico, un’accresciuta indipendenza, una forte capacità di gestire l’ansia in situazioni di novità, la consapevolezza e l’apprezzamento del proprio Paese di origine e della propria cultura.
“Vivere e studiare per un periodo all’estero – spiega Roberto Ruffino, segretario generale dell’Associazione Intercultura – è un’esperienza che dilata le persone, che fa rendere conto di riuscire a fare delle cose a cui prima questi ragazzi non avevano pensato, che fa scoprire alle persone di avere delle risorse interne che non immaginavano, di avere delle curiosità che non conoscevano. E di avere delle aperture verso il futuro che prima non pensavano di avere. Tutto questo li cambia e li arricchisce”.
Un periodo di studio all’estero, certo, può essere gravoso per le tasche di una famiglia media italiana. Per questo, anche quest’anno Intercultura ha assegnato 704 borse di studio parziali o totali. A queste si sommano le 309 tra borse di studio totali e contributi sponsorizzati, grazie alla collaborazione tra la Fondazione Intercultura e diverse aziende, banche, fondazioni ed enti locali, a cui andranno aggiunte altre 90 circa borse di studio, sia per programmi scolastici che per programmi estivi di più breve durata, ancora da assegnare.