Si stanno svolgendo in questi giorni gli ultimi Open Day in vista dell’iscrizione al prossimo anno scolastico il cui ultimo giorno coincide con la fine del mese di gennaio (attraverso il portale www.iscrizioni.istruzione.it): come gli addetti ai lavori e le famiglie ben sanno, in queste occasioni le scuole, di ogni ordine e grado, accoglie i genitori degli alunni per illustrare loro i contenuti dell’offerta formativa dell’istituto, i corsi di studio, le particolarità offerte, l’organizzazione oraria delle lezioni, nonché delle preziose informazioni su come si compone la struttura dove si svolgono le lezioni e le attività laboratoriali.
Da genitore, ho avuto modo di partecipare a diversi open day. Anche quest’anno.
Ad aprire gli interventi è quasi sempre il dirigente scolastico, che comunica, per linee generali, come si struttura la scuola.
Poi, la parola passa ai docenti, le cosiddette “funzioni strumentali”, che entrano nei dettagli dei vari ambiti formativi e specializzanti.
A supporto degli interventi le scuole propongono anche la visione di slide multimediali, riproposte su uno grande schermo o direttamente tramite Lim.
L’incontro con i genitori si conclude, dopo in genere un’ora, anche un’ora e mezza, con una visita alle aule e alle strutture scolastiche.
Comunque vada, il leit motive è sempre lo stesso: le famiglie si trovano dinanzi ad un vero e proprio festival di informazioni bene organizzate, proposte accattivanti, progetti interessanti e organizzazioni impeccabili. Con le scuole molto interessate a mantenere o incrementare le iscrizioni, attraverso le quali deriva la conferma degli organici e di tutto quello che ne consegue.
Delle descrizioni all’insegna di un’efficienza e di una funzionalità, quasi delle operazioni di marketing, al punto che diversi genitori e alunni, spesso presenti anche loro agli Open Day, al termine degli incontri si ritrovano ad avere la sensazione di avere solo l’imbarazzo della scelta.
Perché l’impressione che si ha, in base a ciò che si è ascoltato, è che gli istituti siano tutti, indistintamente, portatori di offerte attraenti e pregne di contenuti.
A più di qualche genitore è però venuto il dubbio: quanto saranno reali le descrizioni degli Open Day? Quanto saranno formativi i progetti presentati? Quanto sono seguiti gli alunni in difficoltà di apprendimento? Quanto sono tecnologicamente avanzati i laboratori descritti durante la presentazione? Quante possibilità vi sono che i figli si ritrovino nelle classi dove operano insegnanti di ruolo, ben preparati e abili “trasmettitori” di conoscenze, competenze e contenuti?
Solo frequentando i corsi si potrà effettivamente sapere. Oppure, attraverso le testimonianze degli attuali studenti o delle loro famiglie: loro, sì, che possono dire, essendo parte in causa super partes, come stanno effettivamente le cose.
In ogni caso, la domanda viene spontanea: sono effettivamente utili gli Open Day, se poi le famiglie dei potenziali nuovi alunni devono accedere ad altre “fonti” per prendere la decisione finale se optare o meno per l’iscrizione?
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