Un professore palermitano ad inizio lezione in Dad si è bendato e ha detto alle alunne di una scuola professionale di voler ascoltare le loro voci senza guardarle in viso, né tantomeno scrutare la loro intimità domestica.
La notizia ha fatto il giro di tutte le agenzie, considerata la singolarità della vicenda che ha come causa una certa vergogna da parte delle ragazze nei confronti del contesto in cui vivono e per le insicurezze esplose nel periodo della pandemia.
Il docente presso il Cirs (corsi di formazione della Regione Siciliana per estetiste e obbligatori per combattere la dispersione scolastica, finanziati dal fondo sociale europeo), durante una lezione in Dad si è bendato per permettere alle sue alunne di non avere timore di accendere la webcam e raccontarsi.
Le agenzie fanno tuttavia rilevare che la maggior parte delle ragazze iscritte ai corsi di formazione professionale sono della periferia di Palermo, dei quartieri Sperone e Brancaccio.
Specificato inoltre che se i laboratorio sono necessariamente in presenza, le lezioni teoriche possono pure andare in Dad. E sarebbe proprio questo il motivo per il quale il prof si è bendato, per lasciarle libere di esprimersi senza timore, impedendo così alla sua webcam di entrare nelle loro case.
Sembrerebbe infatti che le ragazze, vergognandosi un po’ per le condizioni della loro abitazione e dunque del contesto in cui vivono, avrebbero manifestato una sorta di smarrimento durante i collegamenti a distanza.
E così l’insegnante, per non urtare la loro suscettibilità e il loro pudore, avrebbe deciso di bendarsi: vi voglio solo sentire parlare, ha infatti detto alle sue alunne, bendandosi davanti allo schermo del computer.
A fine lezione, il professore di storia e geografia ha dichiarato che il suo è stato un esperimento riuscito al meglio.
“È stato un esperimento che è riuscito. La cronaca ci racconta di allievi costretti a bendarsi per dimostrare di “aver appreso la lezione”, di aver ingurgitato il contenuto, di essersi riempiti come un contenitore. Il mio gesto, si oppone a questo modello e vuole rappresentare un modello educativo dove quello che conta è l’esempio non la nozione, dove il docente, ponendosi all’ascolto dell’allievo impara e insegna, ascolta e viene ascoltato”.
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