E’ online il Piano Nazionale di formazione dei docenti 2016-2019. Un gruppo di lavoro ha ipotitizzato un aumento di lavoro fino 30 ore.
Si legge sul portale di Tecnica della Scuola ” La ‘consistenza’ temporale del lavoro docente non dovrebbe coincidere con la pura prestazione di ore-lezione-cattedra (tra l’altro diversamente configurate per livello scolastico), ma orientarsi verso un orario ‘all inclusive’ in cui abbiano pari dignità giuridica le ore di insegnamento diretto in aula; le attività di tutoraggio, accompagnamento, recupero; i momenti di studio, progettazione, formazione. Secondo alcune ipotesi questo orario onnicomprensivo si aggira sulle 30 ore settimanali.”
In linea teorica non sono contrario a un aumento di orario. La proposta però è priva di un importante aspetto. Mi riferisco al riconoscimento economico che deve essere adeguato all’aumento di impegno. Non se ne parla! Gli impegni sono certi e definiti, le risorse restano vaghe, incerte. E’ la conferma di una politica ministeriale (Animatore Digitale, team per l’innovazione, referente per il contrasto al cyberbullismo, commissari d’esame concorso …) che ha metabolizzato ed espresso un mantra del finanzcapitalismo (L. Gallino): l’ottimizzazione delle risorse umane! Tradotto: aumentare i carichi di lavoro ad invarianza salariale!
L’obiettivo di un riconoscimento economico adeguato, richiede un altro sindacato. Una parte sociale diversa da quella timida che oggi ha firmato il contratto, sostanzialmente confermativo, perché identico a quello del 2007 nella parte giuridica e a quello del 2009 che ha ribadito il riferimento al D.Lvo 29/93. Finché il sindacato sarà incapace di uscire dalla logica del “minimo salariale” spacciato per “incremento”, “aumento” sarà difficile andare oltre l’ottimizzazione delle risorse nella versione del finanzcapitalismo (L. Gallino)
In altri termini, è molto probabile che in tempi brevi si arrivi all’aumento dell’orario di lavoro con il sostegno implicito dei sindacati.
di Gianfranco Scialpi
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