Ancora per quest’anno scolastico l’orario di servizio dei docenti riferito all’attività d’insegnamento è regolato dall’art. 28 del contratto di lavoro collettivo nazionale della scuola.
Infatti in tale articolo è scritto che in coerenza con il calendario scolastico delle lezioni definito a livello regionale, l’attività di insegnamento si svolge in 25 ore settimanali nella scuola dell’infanzia, in 22 ore settimanali nella scuola elementare e in 18 ore settimanali nelle scuole e istituti d’istruzione secondaria ed artistica, distribuite in non meno di cinque giornate settimanali.
Alle 22 ore settimanali di insegnamento stabilite per gli insegnanti elementari, vanno aggiunte 2 ore da dedicare, anche in modo flessibile e su base plurisettimanale, alla programmazione didattica da attuarsi in incontri collegiali dei docenti interessati, in tempi non coincidenti con l’orario delle lezioni. Inoltre la norma disciplina, in ragione del fatto che è ancora vigente l’art.25 del Ccnl scuola 26/5/1999, che un insegnante può fare, oltre il suo orario cattedra, fino ad un massimo di altre 6 ore di lezioni settimanali.
Infatti al comma 4 del suddetto art. 25 del contratto del 1999 è scritto che il compenso per le attività aggiuntive d’insegnamento è erogato per le ore effettivamente prestate fino ad un massimo di sei ore settimanali.
Adesso, con il nuovo decreto scuola di febbraio, che avrà i suoi effetti applicativi a partire dal prossimo settembre 2015, l’orario di servizio degli insegnanti non sarà più disciplinato da norme contrattuali, ma sarà regolamentato proprio dal tanto annunciato decreto legge di fine febbraio.
Quasi certamente non esisterà più il limite delle 6 ore eccedenti riferite alle attività d’insegnamento definite per adesso dall’art.28 del contratto scuola. Anche lo stesso art. 28 è a rischio abrogazione, in quanto , anche se su base volontaria, verrà consentito insegnare oltre le 24 ore settimanali.
Per quanto è dato sapere, ma su questo esiste il massimo riserbo, un docente in organico funzionale potrebbe lavorare, tra attività d’insegnamento e altre attività, fino ad un massimo di 36 ore settimanali.
Dopo tante chiacchiere fatte sulla buona scuola è arrivato il momento di vedere le norme che modificheranno le abitudini e il lavoro degli insegnanti. Il cuore del problema è principalmente l’orario di servizio dei docenti, l’interruzione delle attività didattiche e le ferie dei docenti. Questi temi sono considerati una miniera di risorse economiche da risparmiare. Infatti se il docente vuole fare carriera e vuole essere ben valutato, dovrà lavorare di più, dovrà garantire più ore settimanali di servizio, una maggiore presenza a scuola anche durante l’interruzione dell’attività didattica e le sue ferie effettive dovranno essere non più di 36 giorni. Tutto questo verrà richiesto senza nessun incremento stipendiale, ma solo per avere in cambio qualche credito didattico, professionale e la speranza di fare carriera.
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