Il mito delle 18 ore di lavoro degli insegnanti della scuola pubblica italiana, svolte in cinque giorni la settimana per sole 33 settimane su 52 ogni anno scolastico, è solo un luogo comune che non corrisponde per nulla alla verità.
L’orario settimanale di insegnamento nelle classi di un qualsiasi docente è soltanto la punta di un iceberg che nasconde la montagna di lavoro sotto il mare. Dietro le 18 (scuola secondaria), 24 (scuola primaria) e 25 ore (scuola di infanzia) di attività di insegnamento, ci sono tantissime altre ore di lavoro funzionale all’insegnamento. Si tratta di lavoro sommerso e non riconosciuto dall’opinione pubblica, ma è lavoro obbligatorio per norma contrattuale.
Esiste un certosino lavoro di preparazione alle lezioni, di organizzazione al lavoro didattico, di preparazione delle verifiche, di correzione delle stesse, di corsi di formazione e aggiornamento e tanto altro ancora. Una lezione in classe non si improvvisa all’istante, ma ha un percorso pensato, studiato, approfondito, che costa sacrificio e tempo anche al docente anziano ed esperto. Tra gli articoli del contratto collettivo nazionale della scuola questo importante tempo, che gli insegnanti dedicano alle proprie classi, è menzionato ma non è quantificato in ore settimanali. Un docente che deve preparare le attività didattiche da proporre durante le sue ore di lezione, che deve selezionare il materiale da proporre alle classi, impiega giornalmente 2 o 3 ore di lavoro pomeridiano che si sommano alle ore di servizio dell’insegnamento.
L’art. 29 del contratto collettivo nazionale della scuola 2006/2009, è la norma che riguarda le attività funzionali all’insegnamento, come per esempio la preparazione delle verifiche scritte e la loro correzione. La norma contrattuale è percepita, dai docenti che hanno l’obbligo della verifica scritta, come una vera e propria ingiustizia, perché non riconosce economicamente, un considerevole carico di lavoro aggiuntivo all’attività d’insegnamento. Ma quante ore dedica in media un docente per correggere le prove scritte? In media un insegnante con quattro classi di 25 alunni deve valutare 100 alunni anche nella prova scritta. Tenendo conto che per ogni quadrimestre si somministrano almeno 3 verifiche scritte, un docente che insegna una disciplina come ad esempio italiano o matematica, si trova a dover correggere dai 600 agli 800 elaborati l’anno scolastico. Questo carico di lavoro obbligatorio, che non è cogente per tutti i docenti, si traduce in un impegno orario di almeno 250 o 300 ore annue.
Negli anni che hanno visto l’introduzione dell’autonomia scolastica e ancora di più della legge 107/2015, l’orario di servizio dei docenti è ancora aumentato maggiormente per effetto delle tante riunioni collegiali. Consigli di classe, collegi docenti e dipartimenti si riuniscono con cadenza mensile, poi ci sono riunioni per l’orientamento degli studenti in entrata e in uscita, le attività di formazione obbligatoria e i colloqui scuola famiglia. Quasi tutti i docenti sono impegnati per almeno 80 ore annue di attività collegiali. Con le scuole aperte dalla mattina alle 7 fino la sera alle 20, le attività collegiali ed extracurricolari sono aumentate notevolmente e quindi il carico orario di servizio si è fatto più pesante.
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