Producono commenti diversificati i contenuti delle Ordinanze firmate il 14 marzo dal ministro Patrizio Bianchi per definire le modalità di svolgimento degli Esami di Stato 2022 del primo e secondo ciclo di istruzione. I commenti si sono concentrati sulla conferma degli scritti, seppure in parte semplificati, e sui cambiamenti dell’ultimo momento disposti sulle valutazioni delle prove che si andranno svolgere. Anche dai politici che stanno al Governo, giungono commenti contrapposti.
Manuela Ghizzoni, responsabile Scuola nella segreteria Pd, reputa il risultato raggiunto come un giusto “riequilibrio tra il credito scolastico maturato negli anni di studio e punteggi assegnati alle prove scritte e al colloquio”.
La democratica è soddisfatta “perché il testo ha tenuto conto dei suggerimenti del Consiglio Superiore della Pubblica istruzione, delle Commissioni parlamentari competenti e degli studenti e dalle studentesse che da molte settimane ci lavorano”. Il Cspi, tuttavia, avrebbe preferito la cancellazione di tre dei quattro scritti (considerando anche le medie), lasciando solo la prima prova per i maturandi.
La responsabile Scuola del Pd ritiene che “l’interlocuzione del Ministro – che ringraziamo per l’attenzione dimostrata – con esperti, decisori politici e i soggetti più direttamente coinvolti, docenti, studenti e studentesse, ha avuto dunque buon esito”.
Ghizzoni ha poi ricordato che “l’esperienza del Covid ha chiamato in causa il senso da assegnare al “fare scuola”, in un Paese nel quale si acuiscono le disuguaglianze territoriali anche in ambito educativo e formativo. Non è sufficiente e nemmeno rassicurante sognare un ritorno al ‘prima del Covid’”.
Di fatto, però, a questo sembrano avere puntato a Viale Trastevere, riducendo solo in parte la difficoltà delle prove e la loro valutazione ai fini dell’assegnazione del voto finale.
C’è però anche chi si lamenta perché avrebbe preferito ulteriore rigore. Come Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera, secondo cui “la decisione del ministro Bianchi di cambiare di nuovo l’esame di maturità non aiuta i ragazzi”.
“A 100 giorni dalla maturità – ha aggiunto il renziano – il ministero cambia ancora: la seconda prova passa da una votazione di 15/100 a 10/100 e l’orale, di conseguenza, a 25/100. I ragazzi dei professionali e dei tecnici – dice – saranno particolarmente penalizzati da questa scelta perché è proprio la seconda la prova nella quale, come aveva detto lo stesso Bianchi, possono ritrovare la specificità del percorso che hanno scelto”.
“Ma anche quelli dei licei – continua Toccafondi – non si meritavano l’ennesimo cambio in corsa. Come diciamo da mesi e mesi, i ragazzi hanno bisogno di chiarezza e tranquillità. La maturità resta un passaggio educativo importante, e per questo l’abbiamo sempre difesa, anche durante il lockdown. La mediazione decisa dal ministero sulla seconda prova era positiva”.
“Lasciare ampio spazio all’autonomia, al collegio dei docenti e consigli di classe, alla commissione interna quest’anno è utile e l’anno prossimo si torni alla normalità. Peccato che all’ultimo, a 100 giorni dall’esame, il ministro Bianchi abbia voluto cambiare ancora”, conclude il deputato fiorentino di Italia Viva.
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