Una tegola si starebbe abbattendo sul programma di lavoro del Ministero dell’Istruzione e sulle speranze di migliaia di precari in attesa di una cattedra per il prossimo anno.
La Ragioneria Generale dello Stato, che è alle dirette dipendenze del MEF, non sembra intenzionata ad aprire i cordoni della borsa per garantire il conferimento delle supplenze annuali necessarie per far funzionare regolarmente le scuole.
Se così fosse l’avvio dell’anno scolastico potrebbe rivelarsi più complicato del previsto, anche perché non è ancora detto che le assunzioni richieste dal Miur (57mila docenti, e poco meno di 10mila Ata) vengano pacificamente accolte.
Ma per quale motivo la Ragioneria sta sollevando dubbi e perplessità (ma c’è chi dice che si tratta addirittura di un no fermo e senza possibilità di repica) ?
Di preciso non si sa ancora, ma la spiegazione potrebbe essere semplice.
Basta andare a leggere il testo della legge 107 e, in particolare, il comma 65 che recita precisamente: “Il personale della dotazione organica dell’autonomia è tenuto ad assicurare prioritariamente la copertura dei posti vacanti e disponibili”.
Sembra insomma che la Ragioneria stia dicendo al Miur: prima di fare nomine annuali è necessario assicurare il pieno utilizzo dell’organico potenziato, progetti e altre attività di ampliamento dell’offerta formativa vanno benissimo ma solo se dopo aver utilizzato il potenziamento come espressamente previsto dalla legge.
D’altra parte la posizione rigida della Ragioneria si spiega anche con il fatto che il Governo ha assolutamente bisogno di mettere insieme le risorse necessarie per garantire progetti ben più ambiziosi e significativi, dalla flat tax alla riforma della legge Fornero fino al reddito di cittadinanza.
Per la verità fin dall’estate del 2015 la nostra testata aveva segnalato questo problema, poi le cose sono andate come sappiamo. Ma alla fine i nodi stanno arrivando al pettine.
Come dire: il potenziamento potrebbe avere le settimane contate.
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