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Orecchie d’asino e insulti ad alunni, maestra assolta. Era stata accusata da una collega di abuso di mezzi di correzione

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Una storia bizzarra ma spiacevole da ogni punto di vista quella che vede come protagonista una docente di 62 anni, oggi in pensione, accusata, nel 2020, di aver punito in modo alquanto fuori luogo e anacronistico i propri alunni, utilizzando orecchie d’asino e insultandoli. A quanto pare, però, il fatto non sussiste.

La vicenda, di cui ci siamo occupati qualche mese fa, è stata ricostruita da Il Giorno. L’insegnante di una scuola primaria di Pavia era stata segnalata da una collega alla dirigente scolastica. Secondo le accuse la maestra era solita far disegnare e ritagliare delle orecchie d’asino e farle indossare sul capo agli alunni, con tanto di frasi di scherno.

Ad alcuni avrebbe fatto indossare corone con scritte offensive, come “re degli asini”, rivolgendosi anche a loro usando degli epiteti irrispettosi.

La docente si è sempre detta innocente, e i suoi avvocati non si dicono sorpresi più di tanto della sua assoluzione. “Ci aspettavamo questa sentenza fin dall’inizio, il tribunale ha preso un provvedimento corretto – ha commentato il difensore Ceccarelli -. Obiettivamente la nostra assistita era innocente”.

La docente rischiava il carcere

Quest’ultima non è stata mai vittima di provvedimenti disciplinari e, dopo i fatti, è andata in prepensionamento. “La nostra assistita si è vista costretta a chiedere il prepensionamento in quanto, dopo che era emersa questa insinuazione nei suoi confronti, si aspettava di essere tutelata da parte dell’istituto scolastico”, hanno detto i suoi legali.

L’accusa, nella precedente udienza, aveva chiesto la condanna a due mesi di reclusione. Contro questo provvedimento la difesa ha presentato opposizione e così si è aperto il processo.

“Qualcuno ha spinto per presentare l’esposto”

La scuola, dopo la segnalazione, aveva presentato l’esposto all’autorità giudiziaria che poi ha dato il via all’iter processuale. Nella maestra e nei suoi avvocati rimane comunque l’amaro in bocca: “Ci riserviamo di valutare eventuali ulteriori azioni future per procedere contro chi eventualmente ha spinto per presentare l’esposto nei confronti della nostra assistita”, ha anticipato il legale Ceccarelli.